Trattografia, Perfusione e Multiband consentono studi e applicazioni di grande precisione. Si tratta delle nuove frontiere offerte in campo neurologico dalla Risonanza Magnetica che trovano applicazione anche alla Clinica Fornaca con la dottoressa Consuelo Valentini.
Diagnosi sempre più precise e tempi di acquisizione sempre più rapidi: è quanto offrono le nuove tecniche di neuroimaging avanzato, studiate e adottate dalla dottoressa Consuelo Valentini, neuroradiologa della Clinica Fornaca e direttore della struttura di Neuroradiologia della Città della Salute e della Scienza di Torino.
Le nuove frontiere offerte in campo neurologico dalla Risonanza Magnetica si basano su alcune tecniche di imaging molecolare che ne aumentano notevolmente il potere diagnostico. «È il caso della Trattografia – spiega la dottoressa Valentini -, tecnica di imaging avanzata in grado di analizzare e quantificare il movimento delle molecole d’acqua presenti all’interno di un tessuto biologico». Viene utilizzata per lo studio e la comprensione delle patologie neurologiche e, in particolare, le patologie proprie della sostanza bianca: «La Trattografia è infatti in grado di quantificare i cambiamenti microstrutturali della sostanza bianca – aggiunge la dottoressa Valentini -, anche quelli non visualizzabili dalla Risonanza Magnetica tradizionale. In questo modo si possono invece fornire bio-marker specifici e precoci delle patologie neurologiche. E si possono valutare alterazioni e deformazioni dovute anche a tumori».
Soprattutto in ambito oncologico e nelle patologie vascolari viene invece usata la tecnica di Perfusione, utile a quantificare in modo assoluto i parametri perfusionali caratteristici di un tessuto biologico. «Si sta inoltre diffondendo anche nella comune pratica clinica una particolare tecnica di studio di Perfusione, la Arterial spin labeling, che utilizza come mezzo di contrasto il sangue arterioso del paziente, va a “eccitare” le molecole d’acqua contenute nei globuli rossi e registra a livello cerebrale le modificazioni del segnale di Risonanza Magnetica», aggiunge la dottoressa Valentini.
Ma la più recente e importante innovazione in neuroimaging è sicuramente il Multiband. «Gli studi attuali sono molto complessi e prevedono tempi di acquisizione molto lunghi in ambito clinico e scientifico – puntualizza la dottoressa Valentini -, il Multiband permette invece di acquisire due o più slices in contemporanea e ciò consente, a parità di tempo di acquisizione, di raddoppiare o triplicare le informazioni ottenute dalla Risonanza magnetica e, viceversa, a parità di informazioni acquisite di dimezzare il tempo di acquisizione». Multiband permette inoltre di ottenere studi di Trattografia o Perfusione con una risoluzione anatomica migliore e più dettagliata. «Nella Risonanza Magnetica funzionale – precisa ancora la dottoressa Valentini – il Multiband permette di ottenere anche una risoluzione temporale migliore. Vuol dire che, in ambito di ricerca scientifica, oltre alla specifica localizzazione anatomica delle aree coinvolte in una determinata funzione cerebrale (motoria, linguaggio, vista, udito o altro) si ricavano informazioni sull’ordine temporale e gerarchico con cui le specifiche aree cerebrali si attivano».
«Le nuove tecniche di neuroimaging avanzato confermano la grande importanza che le stesse rivestono in sede di diagnosi – conclude la dottoressa Valentini -. Ecco perché è importante per il paziente svolgere esami il più possibile accurati e completi».