La risonanza magnetica cardiaca studia in profondità tutte le strutture del cuore. Lo studio da stress risulta particolarmente adatto per chi fa sport e attività fisica.
Tecnico radiologo, medico radiologo e cardiologo: è il team di specialisti necessario per la corretta esecuzione della risonanza magnetica cardiaca (nota anche come cardio RM), un sofisticato esame di diagnostica strumentale che consente di studiare in profondità tutte le strutture del cuore. «E’ un esame che sta diventando sempre più importante per la diagnostica cardiologica, nelle patologie ischemiche e in quelle non ischemiche – spiega il dottor Riccardo Faletti, radiologo della Clinica Fornaca -. Lavorare in squadra consente di mettere insieme le conoscenze cardiologiche della patologia, della fisiopatologia e di qualsiasi tipo di anomalia cardiaca, con i requisiti tecnici necessari nella gestione radiologica di una risonanza magnetica».
Di norma, la cardio RM viene richiesta dallo specialista cardiologo o dal cardiochirurgo per valutare malformazioni e tumori cardiaci, per lo studio di alcune forme di aritmie e di diverse cardiomiopatie primitive e secondarie, per la valutazione della fibrosi cardiaca dopo un infarto del miocardio, delle malattie del pericardio, per lo studio dell’apparato valvolare cardiaco, dell’aorta e dei vasi polmonari. «Tra i suoi vantaggi – puntualizza la dottoressa Eva Hubertova, cardiologa della Clinica Fornaca – figurano l’assenza di radiazioni ionizzanti e la possibilità di assumere con un solo esame tutte le informazioni che, diversamente, verrebbero raccolte in due o tre esami diversi. Va eseguito su stretta indicazione del cardiologo e persegue un preciso scopo clinico che non impedisce però di rivolgere l’attenzione su un altro aspetto che in precedenza non era stato considerato».
La cardio RM può rivelarsi utile per i pazienti con una patologia già riconosciuta: «Dove c’è stato un infarto – spiega la dottoressa Hubertova -, l’analisi dell’estensione della zona cicatriziale rilevata con la risonanza magnetica cardiaca può suggerire al cardiologo interventista se procedere o meno alla rivascolarizzazione». Inoltre, questo esame è in grado di visualizzare zone di ischemia che con una semplice ecografia non si vedono: «L’ecografia è legata all’operatore, mentre la cardio RM è un esame altamente riproducibile», precisa la cardiologa della Fornaca.
«E’ una metodica ideale per le patologie, aritmie in primis, dei giovani sportivi – aggiunge il dottor Faletti -. Non è invasiva, è priva di radiazioni ionizzanti e fornisce molte informazioni anche in merito all’idoneità agonistica». Oltre allo studio basale, la cardio RM risulta molto efficace anche nello studio da stress: «Si dimostra valida per gli sportivi meno giovani che stressano il loro fisico in una fascia d’età più a rischio per le patologie cardiovascolari – insiste il radiologo della Fornaca -: non si tratta di pazienti cardiopatici ma di individui che, a loro insaputa, possono avere cuore o coronarie non perfetti». Ecco perché lo studio da stress va eseguito laddove vi è un sospetto clinico di sintomi cardiaci o, nei pazienti ad alto profilo di rischio cardiovascolare, quando gli esami di primo livello come la prova da sforzo non sono dirimenti. La cardio RM è peraltro un esame in grado di fornire risposte importanti anche alle donne: «Nel loro caso la patologia coronarica è di frequente sottovalutata e le prove da stress forniscono spesso falsi positivi che questo esame può rivelare come tali», precisa la dottoressa Hubertova.
Si tratta di una prova che può durare anche un’ora e che, In fase di esecuzione, non si differenzia da una risonanza magnetica tradizionale: «Il paziente vive però la cardio RM in modo attivo e gli viene chiesta una certa collaborazione, ad esempio quella di trattenere il respiro per alcuni secondi», puntualizza il dottor Faletti. Le controindicazioni sono le stesse di una risonanza magnetica: «Non possono sottoporsi a cardio RM i pazienti portatori di pacemaker di vecchia generazione (quelli non ancora “RM compatibili”) e quelli che soffrono di claustrofobia», avverte la dottoressa Hubertova. Non ci sono invece controindicazioni per chi ha stent coronarici o protesi ortopediche. Il mezzo di contrasto utilizzato può risultare infine controindicato per chi ha una grave insufficienza renale.
In materia di cuore, la cardio RM e la Tac di ultimissima generazione adottata pochi mesi fa rappresentano per la Fornaca il completamento corretto delle apparecchiature radiologiche. «Il paziente è assistito a tutto campo – conferma il dottor Faletti -. Le due apparecchiature si completano a vicenda e permettono di gestire all’interno della Clinica l’intero problema cardiologico». Assieme a quella della Città della salute e della Scienza, la dotazione di risonanza magnetica cardiaca della Clinica Fornaca è l’unica attiva a Torino.