Le procedure di Radiologia interventistica sono «sempre più numerose e raffinate: senza eseguire incisioni cutanee, ma pungendo un’arteria, una via biliare o un organo parenchimatoso, un osso o un’articolazione si agisce per via percutanea con la guida di apparecchiature di diagnostica per immagini per ottenere risultati uguali e a volte migliori della chirurgia tradizionale, con un minore traumatismo, ma soprattutto con minore morbilità e mortalità».
Parola del professor Giovanni Gandini, radiologo della Clinica Fornaca e direttore del Dipartimento di Diagnostica per Immagini e Radioterapia della Città della Salute e della Scienza di Torino. Trattare molte malattie in modo minimamente invasivo rappresenta la carta vincente della radiologia interventistica: «I campi di applicazione sono in costante crescita – aggiunge il professor Gandini – con nuove indicazioni per un numero sempre maggiore di patologie e, d’altro canto, i continui miglioramenti nella qualità dello strumentario a disposizione del radiologo consentono di ottenere risultati finali sempre più efficaci e meno traumatizzanti».
Ecografia, radioscopia e tomografia computerizzata (e in rari casi anche la risonanza magnetica) rappresentano le metodiche radiologiche che consentono dapprima di fare la diagnosi e successivamente di guidare la terapia. Oggi esistono anche ecografi che sono in grado di “fondere” le immagini dell’ecografia con quelle della RM “guidando” le biopsie mirate della prostata con assoluta precisione e a Torino la prima apparecchiatura di questo tipo è stata installata alla Clinica Fornaca fin dal 2013. La radiologia interventistica ha applicazione in tutti i distretti corporei: cervello, collo, torace, mammella, addome, apparato osteoarticolare sia con interventi diagnostici come le biopsie sia terapeutici come drenaggi biliari, urinari e dei versamenti, embolizzazioni, angioplastiche, stenting (incluse le protesi aortiche), infusione di farmaci, vertebroplastiche eccetera.
Nella Clinica Fornaca operano alcuni tra i migliori specialisti del Piemonte, confortati da una dotazione tecnologica assolutamente adeguata che consente di eseguire le biopsie di tutti i distretti (tiroide, mammella, torace, fegato e altro) fino al posizionamento di endoprotesi dell’aorta, passando per l’interventistica biliare e urinaria. «Si tratta in ogni caso – conclude il professor Giovanni Gandini – di procedure sempre meno traumatizzanti per il paziente. Un drenaggio pleurico, per fare un esempio, viene eseguito inserendo un tubicino del diametro esterno inferiore a due millimetri, introdotto in anestesia locale con la guida dell’ecografia, in luogo dei drenaggi di grosso calibro che venivano applicati in passato con la guida della sola percussione».