La psoriasi è un disordine cronico e recidivante che riguarda il sistema immunitario: «Diagnosi e terapia possono limitarne gli effetti», spiega la dottoressa Caliendo.
La psoriasi non è una semplice malattia della pelle: rappresenta un disordine cronico e recidivante che, senza distinzioni tra uomini e donne, colpisce circa 80 milioni di persone in tutto il mondo, compreso il 2-3 per cento della popolazione europea. «Può insorgere a qualsiasi età, anche se di solito compie la sua prima apparizione tra i 15 e i 35 anni», spiega la dottoressa Virginia Caliendo, specialista in Dermatologia dello Skin Center del Centro Diagnostico Fornaca e dirigente medico della Divisione di Oncologia chirurgica dermatologica dell’ospedale San Lazzaro di Torino. «Non si tratta di una malattia contagiosa né rappresenta una minaccia per la propria vita – aggiunge la dottoressa Caliendo -, tuttavia chi ne è colpito corre un rischio maggiore di sviluppare artrite psoriasica, diabete, patologie cardiache e depressione».
Considerare la psoriasi “solo” una malattia della pelle è inesatto, in quanto a causarla potrebbe essere un problema del sistema immunitario: «Perciò è stata indicata come malattia immunitario-mediata – spiega la dottoressa Caliendo -, una categoria che identifica le condizioni causate dall’attacco del sistema immunitario al proprio tessuto corporeo». Chi ha la pelle affetta da questa malattia è depositario di una significativa accelerazione nel processo di riproduzione delle cellule: «Di norma si rigenerano circa una volta al mese – aggiunge la dottoressa Caliendo -, mentre quelle di chi ha la psoriasi si rinnovano ogni 3-6 giorni». L’effetto ottenuto è quello di un accumulo di vecchie cellule, sopra e immediatamente sotto la pelle, che determina lesioni e chiazze squamose.
La psoriasi può essere leggera, moderata o severa: «E’ una distinzione che viene determinata dalla percentuale di estensione della malattia sulla superficie corporea – precisa la dottoressa Caliendo -: è leggera quando presenta poche placche estese su meno del 3 per cento della superficie cutanea, è moderata quando questa percentuale è compresa tra il 3 e il 10 per cento ed è severa quando va oltre il 10 per cento della superficie della cute». Può presentarsi sotto aspetti diversi: «Quella più diffusa è la psoriasi a placche, che rappresenta circa l’80 per cento del totale dei casi, può sorgere in qualsiasi parte del corpo e consiste in lesioni rosse e squame argentate – conferma la dottoressa Caliendo -. Quella guttata presenta invece piccole ferite a forma di gocce d’acqua e, infine, quella delle unghie si manifesta con piccoli infossamenti o sollevamenti ungueali».
A scatenare la psoriasi possono contribuire diversi fattori: stress, peso eccessivo, colesterolo alto, fumo e alcol sono i più frequenti. «Un gene della psoriasi non è stato identificato – continua la dottoressa Caliendo – e la malattia potrebbe condividere alcune parti dei geni connessi ad altre patologie infiammatorie e autoimmuni». Di certo c’è che la tendenza a svilupparla può essere ereditaria: un bambino con un parente affetto da psoriasi ha il 25 per cento di possibilità di sviluppare la stessa malattia. Nei ragazzi come negli adulti la condizione del paziente psoriasico è talvolta quella di un soggetto con bassa autostima e con una tendenza a sviluppare ansia e depressione.
Per la diagnosi di una malattia delle pelle come la psoriasi è il più delle volte sufficiente osservarne le manifestazioni: «In taluni casi – puntualizza la dottoressa Caliendo -, potrà essere effettuata una biopsia su un piccolo campione di pelle per confermare la diagnosi ed escludere altre patologie quali l’eczema della pelle, la reazione a un farmaco o il linfoma cutaneo a cellule T». Ribadito che si tratta di un disordine cronico e recidivante, la psoriasi può essere affrontata con una serie di trattamenti in grado di tenerne sotto controllo i sintomi: «Da adattare al singolo paziente e al momento che sta vivendo – insiste la dottoressa Caliendo -: non esistono trattamenti validi in assoluto e spesso si rivela necessario un margine di studio ed errore prima di giungere a quello più efficace».
Le terapie utili a curare la psoriasi sono individuabili in quattro differenti aree: le terapie topiche, fatte di trattamenti a uso esterno e localizzato sulle lesioni; le fototerapie, per le quali si utilizzano i raggi ultravioletti; le terapie sistemiche orali, che consistono in compresse o iniezioni capaci di diffondere la propria azione su tutto il corpo; le terapie biologiche, di norma somministrate per iniezione o infusione e consistenti in farmaci prodotti da proteine umane o animali che agiscono sul sistema immunitario e vanno ad alterare il sistema di sviluppo della malattia.