«La lesione della cuffia dei rotatori può essere traumatica o degenerativa», spiegano il dottor Roberto Ravera e il dottor Umberto Mariotti, ortopedici della Fornaca. «Artroscopia e gel piastrinici garantiscono esiti chirurgici efficaci».
Una lesione della cuffia dei rotatori figura tra le cause più frequenti di disabilità e dolore della spalla: «E’ una patologia che abbraccia una sfera di popolazione molto ampia e che si presenta sotto forme diverse, tutte accomunate da limitazione funzionale e dolore», spiegano il dottor Roberto Ravera, specialista in Ortopedia e traumatologia e in Medicina del lavoro e il dottor Umberto Mariotti, specialista in Ortopedia e traumatologia e in Fisioterapia ortopedica.
Il dottor Ravera e il dottor Mariotti sono ambedue chirurghi della spalla della Clinica Fornaca: «La patologia traumatica della cuffia dei rotatori è molto diversa da quella degenerativa», aggiungono. La prima riguarda una popolazione più giovane e colpisce un soggetto in pieno benessere: «Si tratta di un evento che modifica e altera in modo importante la funzionalità articolare – precisa il dottor Ravera -. Rappresenta di fatto una vera urgenza nell’ambito della chirurgia della spalla, in quanto la caratteristica della lesione porta ad avere una retrazione immediata dei tendini e rende quanto mai opportuno intervenire in modo rapido ed efficace».
La patologia degenerativa della cuffia dei rotatori si manifesta invece in tempi più lunghi e riguarda una fascia d’età più avanzata. «Di norma il tempo che intercorre tra la diagnosi e il trattamento è più lungo – spiega il dottor Mariotti -. Sono più esposti i soggetti che hanno patologie tipo diabete o ipertensione, in grado di condizionare la vitalità del tendine e sono più esposte le donne, i tendini delle quali hanno struttura meno resistente e spessore ridotto ma registrano un’usura maggiore».
«Alla Clinica Fornaca utilizziamo strumenti e tecniche chirurgiche rivolte al miglioramento della cicatrice biologica che va a crearsi tra tendine e osso – spiegano i due chirurghi -: i gel piastrinici, ad esempio, favoriscono la guarigione della ferita e la contestuale accelerazione di quella del paziente. Inoltre, la strumentazione chirurgica della Fornaca è tra la più avanzate, così come i sistemi di fissazione che sono tra i più moderni e offrono al paziente la migliore soluzione possibile».
La chirurgia della spalla viene eseguita nella stragrande maggioranza dei casi in artroscopia: «Si tratta di una chirurgia che ha modificato la tecnica, la qualità della riparazione e gli esiti in termini di recupero funzionale – conferma il dottor Ravera -. Il risultato è quello di un minor numero di cicatrici ritraenti e di una resa funzionale superiore che passa attraverso l’accorciamento dei tempi di recupero e la riduzione del dolore post operatorio che una volta caratterizzava la chirurgia della spalla».
«Anche la fisioterapia diventa più semplice – aggiunge il dottor Mariotti -, visto che le tecniche artroscopiche di riparazione implicano una rigidità assai minore. Così come avviene in Fornaca, è indispensabile un forte collegamento tra il lavoro del chirurgo a quello del fisioterapista: in questo modo, durante la fase di riabilitazione verranno evitati al paziente stress eccessivi».
Quali sono i tempi di recupero per il paziente che si sottopone a un intervento chirurgico per una lesione alla cuffia dei rotatori?
«Dipende dal tipo di lesione, dal grado di retrazione del tendine e da quello di degenerazione funzionale dello stesso tendine. Influiscono anche l’età del soggetto e la presenza o meno di lesioni associate», risponde il dottor Ravera. «Anche con la tecnica artroscopica e con l’utilizzo dei gel piastrinici, una riparazione della cuffia dei rotatori ha un tempo biologico che obbliga il paziente a stare fermo almeno un mese – puntualizza il dottor Mariotti -. Al solito, dipende sempre dal tipo di lesione ma il paziente deve sapere che dovrà dedicarsi alla sua spalla per almeno due o tre mesi e che gli toccherà lavorare sodo per rieducarla in modo corretto». Perché non si tratta della semplice riparazione di un tendine: «E’ la rieducazione di tutta la spalla – specifica il dottor Ravera – che passa attraverso la riconquista della catena cinetica del movimento completo, gli automatismi del movimento e la propriocezione dell’articolazione, chiamata a ritrovare la capacità di discriminare e controllare i movimenti».
Cosa dobbiamo fare per proteggere la nostra spalla? Quali sono i movimenti che dobbiamo assolutamente evitare?
«Un errore molto frequente e deleterio per l’articolazione è quello di sollevare pesi in modo sbagliato, tenendoli cioè molto lontani dal proprio baricentro. – chiudono il dottor Ravera e il dottor Mariotti -. E’ un movimento che va a creare un braccio di leva molto sfavorevole sul tendine e che perciò diventa molto pericoloso per la nostra spalla».