Tumori femminili: mammella, endometrio, cervice uterina e ovaio: «Le neoplasie diagnosticate in fase precoce vengono affrontate con maggiore efficacia», spiega il dottor Saverio Danese, ginecologo della Clinica Fornaca.
«I tumori femminili possono essere diagnosticati in fase molto precoce e perciò curati con maggiore efficacia. Ecco perché la prevenzione risulta sempre la forma di cura più importante da osservare». E’ quanto afferma il dottor Saverio Danese, ginecologo della Clinica Fornaca e della Città della salute e della scienza di Torino, parlando dei tumori che colpiscono il seno e gli organi riproduttivi della donna.
Tra i tumori femminili quello alla mammella rimane ancora oggi il più frequente: «Ma grazie allo screening e alla capacità di cura sviluppata negli ultimi anni – osserva il dottor Danese -, nell’85 per cento dei casi è stata raggiunta una sopravvivenza superiore ai cinque anni». Cresce il numero di tumori alla mammella ma diminuisce la mortalità di chi ne viene colpito: «Il numero di donne che si ammalano è molto superiore al passato ma oggi riusciamo a curarle meglio attraverso la prevenzione, i nuovi farmaci chemioterapici e la chirurgia». Quest’ultima si è fatta sempre più evoluta nonché rispettosa dell’estetica femminile: «La maggior parte degli interventi chirurgici alla mammella prevede la quadrantectomia o la mastectomia con ricostruzione – precisa il dottor Danese – ed evitano perciò alla donna il trauma della perdita della mammella. Il risultato estetico è molto importante perché riguarda la qualità di vita complessiva della paziente».
Quello dell’endometrio è un altro tra i tumori femminili che registrano maggiore incidenza: «Se viene diagnosticato quando si trova all’interno della cavità uterina ha un’ottima prognosi e può guarire in oltre l’80 per cento dei casi – prosegue il dottor Danese -. E’ più difficile da trattare con altrettanta efficacia quando è invece molto aggressivo o s’è aspettato troppo prima di affrontarne i sintomi». Il tumore dell’endometrio non ha peraltro una prevenzione specifica ma dà segno di sé in modo chiaro attraverso il sanguinamento. «E’ un sintomo che la donna non deve trascurare – puntualizza il dottor Danese -: né quando avviene dopo la menopausa né quando si manifesta prima in modalità abnorme o strana. Occorre segnarlo subito al ginecologo per indagare e giungere a una diagnosi precisa».
Grazie allo screening, il tumore della cervice uterina ha invece ridotto in modo sensibile i propri effetti sulle donne che ne sono colpite: «La prevenzione permette di scoprire e curare la neoplasia nella sua fase iniziale e non rende più necessaria l’asportazione dell’utero che oggi si registra solo nei casi più invasivi». Purtroppo quest’ultima situazione si verifica ancora con frequenza nelle donne immigrate che non hanno avuto la possibilità di sottoporsi allo screening: «Tra loro c’è un’elevata frequenza di tumori invasivi e molto avanzati che richiedono spesso interventi chirurgici pesanti, talvolta comprensivi anche dell’asportazione delle strutture che si trovano attorno all’utero».
Ma tra i tumori femminili il più temibile rimane sempre quello dell’ovaio: «Impossibile da prevenire e già in uno stadio avanzato quando si manifesta – conferma il dottor Danese -. Richiede interventi chirurgici piuttosto complessi che interessano tutta la cavità addominale e possono comportare complicanze molto importanti nella vita quotidiana della paziente». E’ infatti necessario asportare tutto il tumore visibile perché è l’unica strada possibile per consentire alla chemioterapia di agire con la massima efficacia. «Ma non è così semplice – ammonisce il dottor Danese -. Non è una chirurgia che può essere affidata a chi compie appena quattro o cinque interventi l’anno. E’ sempre bene rivolgersi a specialisti e strutture che vantano un’importante esperienza in materia. In questo senso, la Rete oncologica regionale può essere d’aiuto alle pazienti perché è capace di convogliarle nelle strutture più idonee alle loro esigenze».
E se le moderne tecniche chirurgiche permettono di trattare in laparoscopia i tumori di endometrio, cervice uterina e, in qualche caso, ovaio («Con un notevole impatto sul decorso operatorio e sulla pronta ripresa della paziente»), la prevenzione ricorda che bisogna scoprire il tumore quando si trova nella fase iniziale: «Pap Test, HPV Test, mammografia: sono tutti strumenti in grado di favorire una diagnosi precoce e una percentuale di guarigione molto alta», conclude il dottor Saverio Danese.