Morbo di De Quervain: come alleviare il dolore e risolvere il problema


«Il Morbo di De Quervain è una patologia infiammatoria che riguarda il pollice», spiega il dottor Giorgio Pivato, specialista della Fornaca e responsabile del Centro di Chirurgia della mano di Humanitas Torino. «È molto frequente nei musicisti, in chi cuce e ricama, in chi usa molto mouse o tastiera di computer o smartphone, nelle mamme alle prese […]

«Il Morbo di De Quervain è una patologia infiammatoria che riguarda il pollice», spiega il dottor Giorgio Pivato, specialista della Fornaca e responsabile del Centro di Chirurgia della mano di Humanitas Torino. «È molto frequente nei musicisti, in chi cuce e ricama, in chi usa molto mouse o tastiera di computer o smartphone, nelle mamme alle prese con l’ultimo periodo dell’allattamento».

«Il morbo di De Quervain è una patologia riguardante il pollice, caratterizzata dall’infiammazione della guaina che riveste due dei tendini che fanno muovere il dito: l’abduttore lungo, che fa allontanare il pollice dalle altre dita e l’estensore breve che ne permette l’apertura. L’infiammazione causa un rigonfiamento dei tessuti intorno ai tendini e ne determina un cambiamento di volume, motivo per cui i tendini non possono più scorrere come dovrebbero all’interno del canale che li contiene». Con queste parole il dottor Giorgio Pivato, specialista della Clinica Fornaca e responsabile del Centro di Chirurgia della mano di Humanitas Torino, descrive una patologia diffusa quanto fastidiosa.

Dottor Pivato, quali sono i soggetti che vanno incontro al morbo di De Quervain?

«La malattia si presenta spesso in persone che eseguono movimenti forzati o molto ripetitivi con il polso. È piuttosto frequente tra i musicisti, soprattutto batteristi e percussionisti, in genere a causa dei continui movimenti di abduzione e adduzione del polso mentre il pollice viene mantenuto fermo per stabilizzare la bacchetta. È molto frequente anche in chi si dedica al cucito e al ricamo, in chi usa molto il mouse o la tastiera del computer e del cellulare e nelle mamme, specie nell’ultimo periodo dell’allattamento, quando il bimbo diventa pesante e sorreggergli la testa provoca un grosso sforzo dei tendini interessati da questa patologia. All’epoca di De Quervain, chirurgo svizzero che per primo la descrisse, questa era conosciuta come la malattia delle balie e delle ricamatrici».

Quali sono i sintomi del morbo di De Quervain?

«Il sintomo principale è il dolore al polso dalla parte del pollice. Il dolore può insorgere gradualmente o all’improvviso ed è avvertito nel polso con la possibilità che si irradi lungo l’avambraccio. Di solito peggiora con l’uso ripetuto della mano e del pollice specialmente durante la rotazione del polso e quando si afferrano con forza oggetti come pentole o bottiglie. Solitamente il paziente nota un rigonfiamento a livello del polso dove occasionalmente può essere avvertito uno scatto. A causa del dolore e del rigonfiamento risulta difficoltoso il movimento del pollice e del polso».

In che modo lo specialista arriva alla diagnosi del morbo di De Quervain?

«La diagnosi è clinica e si basa sulla descrizione dei sintomi, che sono molto caratteristici. Una prova molto utilizzata, allo scopo di valutare il grado di dolore avvertito dal paziente, è il test di Finkelstein, che si esegue facendo stringere il pollice all’interno delle altre dita chiuse a pugno e contemporaneamente chiedendo al paziente di piegare il polso nella direzione del mignolo. Nel soggetto affetto dalla sindrome di De Quervain, i movimenti del pollice sono difficoltosi a causa del dolore intenso, che risulta acuito quando si inclina il polso. L’esame strumentale più corretto da eseguire, nel caso in cui siano presenti dei dubbi diagnostici, è l’ecografia: consente di evidenziare con precisione le alterazioni infiammatorie dei tendini e i loro rapporti con le pareti del canale all’interno del quale si trovano a scorrere».

Qual è il trattamento indicato per curare questa patologia?

«L’obiettivo del trattamento è quello di eliminare il dolore dovuto alla infiammazione e ai problemi meccanici. Il medico in alcuni casi può consigliare di mettere a riposo il polso e il pollice confezionando dei tutori su misura. Nei casi iniziali, una diminuzione dei sintomi può essere ottenuta anche con l’uso di antinfiammatori. Quando i sintomi sono severi o non migliorano con il trattamento conservativo, è consigliato l‘intervento chirurgico. Questo si propone di aprire il tetto del canale all’interno del quale scorrono i tendini interessati dal processo infiammatorio al fine di allargare lo spazio a loro disposizione. L’intervento comporta una piccola incisione di circa un centimetro a livello del polso che viene chiusa senza punti ma solo con dei cerotti. Viene eseguito in anestesia locale in regime di Day Hospital e ha una durata di circa cinque minuti, dopodiché il paziente è libero di utilizzare subito la sua mano senza nessuna limitazione funzionale. Se eseguito correttamente, l’intervento è da considerarsi definitivo».