La grave forma di scoliosi di un paziente adulto è stata corretta con successo grazie a un complesso intervento chirurgico eseguito alla Clinica Fornaca e durato ben undici ore. In sala operatoria c’era l’équipe di chirurghi vertebrali che contava sulle competenze neurochirurgiche del dottor Marco Mannino e del dottor Riccardo Parisotto, su quelle ortopediche del dottor Antonio Diego Bruno e su quelle riguardanti il controllo del dolore post operatorio del dottor Evangelos Panagiotakis , anestesista e terapista del dolore, coadiuvati dai tecnici incaricati del monitoraggio neurofisiologico intraoperatorio.
Il dottor Marco Mannino è il responsabile della Chirurgia vertebrale IV di Humanitas Cellini, specializzata nel trattamento completo delle patologie della colonna vertebrale e con un’alta specializzazione nei trattamenti della patologia vertebro-midollare. «L’intervento su un paziente adulto con una grave scoliosi è complesso e fortunatamente molto raro – spiega -. In genere, con il terminare della crescita scheletrica, la scoliosi arresta la sua progressione e, di conseguenza, nell’adulto si osservano raramente grandi deformità scoliotiche che necessitano di correzione. Nel caso della nostra paziente, una donna di 48 anni, la sua scoliosi ha registrato una rapida progressione che ha configurato un quadro di grave deformità, incompatibile con la vita di tutti i giorni da un punto di vista sociale e da un punto di vista clinico per via di un dolore acuto e persistente».
La donna aveva provato tutti i trattamenti conservativi: dalla fisioterapia alla terapia del dolore, ma non rispondeva più a nessun trattamento. «Nell’arco di un anno – prosegue il dottor Mannino -, abbiamo registrato un’evoluzione clinica e radiologica che ci ha portato a considerare l’intervento chirurgico come l’unica soluzione». Soluzione con una doppia finalità: «Arrestare la progressione della curva scoliotica e migliorare l’aspetto fisico e la componente clinica dolorosa», aggiunge il dottor Mannino.
Perché si tratta di interventi tanto rari e particolari? «Nel bambino o nell’adolescente il rachide è molto flessibile e l’intervento, seppur altamente complesso, risulta di più semplice esecuzione – risponde il dottor Mannino -. In un adulto il rachide è invece molto rigido e alla difficoltà di una correzione della curva si associa un altissimo rischio di provocare deficit neurologici oltre al fallimento della correzione. La difficoltà dell’intervento risiede qui: è molto difficile correggere la curva, mentre è facile causare disturbi neurologici importanti».
La complessità dell’intervento è spiegata anche dalla sua durata: undici ore, dalle 8 alle 19. Un’intera giornata di lavoro. È stato possibile eseguirlo alla Clinica Fornaca anche grazie alla presenza del servizio di Rianimazione, in questo caso non utilizzato, ma precauzione indispensabile vista la delicatezza dell’operazione. «L’intervento è perfettamente riuscito – prosegue lo specialista – e la paziente, dimessa dalla Clinica dopo sette giorni e senza alcun deficit, sta progressivamente riprendendo le attività familiari e lavorative e ha iniziato il suo programma di fisioterapia. È uscita da qui contentissima, con un semplice bustino in tela a sostegno della colonna vertebrale appena operata».
L’intervento è stato reso possibile dalle diverse competenze dell’équipe in sala: «Se io e il dottor Parisotto ci siamo preoccupati di non danneggiare la struttura nervosa, al dottor Bruno è spettato il compito di correggere la deformità, mentre il dottor Panagiotakos si è scrupolosamente occupato del controllo del dolore durante e dopo l’intervento – conclude il dottor Marco Mannino -. La correzione della deformità è avvenuta attraverso un doppio accesso chirurgico, eseguito nella stessa seduta: prima quello antero-laterale e, successivamente, quello posteriore con l’utilizzo di cage, viti e barre chirurgiche in materiale di ultima generazione».