Anche l’Endoscopia digestiva della Clinica Fornaca riparte con rinnovato vigore e sguardo rivolto al futuro. Le sale chirurgiche al terzo piano del Padiglione C della Clinica continuano a mettere al servizio dei pazienti tutta la competenza dei maggiori specialisti nonché le tecnologie più moderne e raffinate. «Grazie all’intelligenza artificiale possiamo far sì che l’esame di colonscopia rilevi con maggiore facilità la presenza di polipi, anche i più difficili da individuare», sottolinea il professor Alessandro Repici, responsabile dei Servizi di Endoscopia digestiva della Clinica Fornaca, direttore di Endoscopia dell’Istituto clinico Humanitas di Milano e docente di Gastroenterologia alla Humanitas University.
La colonscopia è l’esame deputato all’individuazione del tumore del colon retto nella sua fase iniziale. Si tratta della terza forma di cancro maschile più comune al mondo, capace di colpire ogni anno un milione e 800mila persone, può insorgere a qualsiasi età, ma nel 90 per cento dei casi riguarda chi ha superato il 50esimo anno di età. «La colonscopia è molto efficace – prosegue il professor Repici –, ma ha il limite di risultare operatore-dipendente e perciò portatrice di estrema variabilità nel risultato», In questo modo, c’è il rischio di non identificare i precursori del cancro ed ecco che l’intelligenza artificiale può aiutare l’operatore: «Ci riesce – spiega il professor Repici – operando a una velocità e con una precisione nettamente superiori a quelle di un essere umano. Per questo l’intelligenza artificiale migliora le performance del medico: perché è una sorta di secondo operatore che, in presenza di una lesione rilevante, vede, osserva e segnala al medico stesso che potrà a sua volta decidere se rimuoverla o no perché individuata come precursore del cancro. Il sistema aiuterà così a identificare in maniera più precisa e accurata le lesioni presenti».
Il professor Repici si pronuncia anche sulla ripresa dell’attività post Covid-19: «Lo stiamo facendo con tutta la cautela necessaria a garantire la sicurezza di pazienti e operatori – conclude -. Nell’ambito dell’Endoscopia digestiva ci stiamo impegnando anche in studi relativi alla distanza di sicurezza tra paziente e operatore. Molte delle nostre procedure si avvalgono di strumenti che entrano nella bocca del paziente e stiamo perciò avviando attività di valutazione molto approfondite per studiare la capacità di produrre aerosol da parte dei pazienti e stabilire le distanze esatte da mantenere anche nelle situazioni “di rischio”, come quando visitiamo o ci troviamo di fronte a un paziente intubato o che riceve particolari procedure diagnostiche. Tutti questi studi saranno importanti per avere una guida per il futuro».