«Capita a tutti, ma nei casi più persistenti il singhiozzo può essere associato anche a problemi seri. A provocarlo è l’irritazione del nervo frenico – spiega il professor Alessandro Repici, responsabile dei Servizi di Endoscopia digestiva della Clinica Fornaca – ma alcuni piccoli accorgimenti possono prevenirlo».
Il singhiozzo è un disturbo frequente ma fastidioso, causato da una contrazione involontaria del diaframma. Spesso i rimedi della tradizione aiutano a farlo passare e alcuni piccoli accorgimenti possono prevenirlo, ma se persistente questo fenomeno può nascondere problemi anche più gravi.
Ne abbiamo parlato con il professor Alessandro Repici, responsabile dei Servizi di Endoscopia digestiva della Clinica Fornaca, direttore di Endoscopia dell’Istituto clinico Humanitas di Milano e docente di Gastroenterologia alla Humanitas University. Ecco i consigli e gli otto punti per conoscere e prevenire il disturbo:
1) Le contrazioni del diaframma causano il singhiozzo
La causa scatenante di questo disturbo è l’irritazione del nervo frenico, deputato al controllo delle contrazioni del diaframma. Questo muscolo si contrae inspirando e si distende espirando e se irritato in un punto qualsiasi, dà origine a movimenti ripetuti e involontari che provocano il singhiozzo.
2) La durata media è di pochi secondi, ma se persistente il singhiozzo può nascondere altri problemi
In media un episodio di singhiozzo ha una durata che varia da pochi secondi a qualche minuto. Nei casi di singhiozzo persistente, legato a patologie, il disturbo può persistere per diverse ore e durare anche giorni nei casi più gravi.
3) Il singhiozzo è involontario e coinvolge il sistema nervoso
Il singhiozzo coinvolge anche alcune parti del sistema nervoso, in particolare i centri che presiedono la respirazione e l’ipotalamo, una parte del cervello non controllabile dalla volontà. Per questo motivo il singhiozzo si manifesta improvvisamente e in modo involontario.
4) Alcuni accorgimenti per prevenire il singhiozzo
Evitare una rapida ingestione di cibo e liquidi, masticando bene prima di deglutire, potrebbe prevenire la comparsa del singhiozzo, così come limitare l’assunzione di bevande alcoliche e l’ingestione di alimenti troppo caldi o troppo freddi.
5) Il singhiozzo può manifestarsi in presenza di altre patologie
Il singhiozzo occasionale e transitorio non deve destare alcuna preoccupazione. Nei casi in cui sia particolarmente persistente, il disturbo potrebbe essere determinato da problemi agli organi interni, come per esempio una pericardite, ossia un’infiammazione del pericardio (la guaina che fascia il cuore); vari disturbi dell’apparato digerente, quali il reflusso gastroesofageo (un problema per cui il contenuto dello stomaco tende a risalire verso l’alto) o la gastrite (cioè l’infiammazione della mucosa gastrica che riveste le pareti interne dello stomaco).
6) I rimedi della tradizione funzionano
Già più di 2000 anni fa, Ippocrate consigliava il metodo tuttora più usato per far passare il singhiozzo, ossia quello di trattenere il fiato e restare in apnea per 10-25 secondi. Questa manovra induce il diaframma a rilassarsi e deve essere preceduta da un’inspirazione profonda.
Esistono anche altri rimedi efficaci, tra cui ingerire rapidamente acqua a piccoli sorsi, assumere un cucchiaino d’aceto o di succo di limone, favorire uno starnuto, inghiottire rapidamente un cucchiaio di zucchero.
7) Abitudini scorrette possono favorire la comparsa del singhiozzo
L’ingestione eccessiva di bevande alcoliche può danneggiare la mucosa gastrica – il tessuto di rivestimento dello stomaco – e provocare la sua infiammazione, irritando indirettamente il diaframma e causando il singhiozzo. Anche bruschi sbalzi di temperatura, come passare dal caldo al freddo o bere una bevanda bollente o gelata, possono favorirlo.
8) Se il singhiozzo non passa è meglio consultare il medico
Possono verificarsi casi in cui il singhiozzo è particolarmente persistente e tende a non passare, nonostante gli accorgimenti utili adottati. In queste situazioni è opportuno consultare il medico curante e recarsi al Pronto soccorso per sottoporsi a esami di accertamento (come radiografia del torace ed ecografia). Da un punto di vista terapeutico, negli attacchi gravi possono essere somministrati farmaci come antispasmodici, rilassanti e sedativi. In alcuni casi è necessario ricorrere a un intervento chirurgico per devitalizzare i nervi frenici.