Affidata al dottor Filippo Maria Surace, è stata avviata la ricerca incaricata di comparare le tecniche d’intervento tradizionali e quelle innovative negli interventi di protesizzazione totale del ginocchio. In Fornaca è disponibile il navigatore chirurgico utilizzato per cercare maggior precisione e accuratezza degli interventi.
Nasce da una collaborazione tra la Clinica Fornaca e i ricercatori del Politecnico di Torino il primo studio comparativo tra le tecniche tradizionali e quelle innovative per gli interventi di protesizzazione totale del ginocchio. Il dottor Filippo Maria Surace, chirurgo specializzato nelle patologie del ginocchio e da anni in forza al gruppo Humanitas, ha recentemente intrapreso uno studio volto a verificare la precisione e accuratezza degli interventi eseguiti adoperando il navigatore chirurgico “Navio” rispetto a quelli realizzati utilizzando le consuete tecniche operatorie. Si tratta di uno studio nato in collaborazione con il gruppo di ricerca del laboratorio di Nanomeccanica bioispirata del Dipartimento di strutture (DISEG) del Politecnico di Torino e che proseguirà nei prossimi mesi.
Il sistema “Navio”, prodotto dalla “Smith & Nephew” e disponibile presso la Clinica Fornaca, è un’apparecchiatura specifica a supporto del chirurgo per interventi di protesizzazione del ginocchio, totali e monocomparimentali. Tramite il suo sistema di computer vision e telecamere stereoscopiche, il software può eseguire una mappatura tridimensionale delle superfici articolari. Questo permette successivamente di ricostruire un modello virtuale personalizzato, utilizzando anche tecniche di Intelligenza Artificiale e attingendo a un database interno di scansioni di articolazioni.
«Il duplice fine è quello di garantire la pianificazione accurata dell’intervento in fase preoperatoria nonché il monitoraggio continuo dell’operazione, anche garantendo in seguito un report dettagliato e oggettivo dell’intervento», spiega il dottor Surace parlando del sistema robotico. In fase preoperatoria, l’operatore è in grado di modificare il posizionamento e la taglia delle componenti protesiche, automaticamente suggerite e posizionate sul modello 3D dal navigatore, in modo da ottenere il posizionamento ideale per le specifiche esigenze di ogni ginocchio. «Questo permette di tenere anche conto di eventuali lassità legamentose che in fase preoperatoria, con le tecniche tradizionali, non possono essere sempre valutate in maniera accurata, soprattutto se di grossa entità. Difetti che vanno assolutamente considerati per il ripristino di una normale biomeccanica dell’articolazione», aggiunge il dottor Surace.
Il confronto con la tecnica convenzionale è stato eseguito su differenti modelli artificiali di articolazione di ginocchio. Per ciascun modello si è eseguito esclusivamente il taglio femorale distale, ovvero il taglio più critico per il corretto posizionamento della componente protesica femorale. Su alcuni modelli, il dottor Surace ha effettuato il taglio seguendo le indicazioni e la guida del navigatore “Navio”, mentre sui restanti modelli è stato invece eseguito il taglio adoperando una delle tecniche più comunemente scelte dagli ortopedici e utilizzata per anni anche dallo stesso dottor Surace.
Dall’analisi preliminare dei campioni è stato possibile ricavare informazioni sulla differente precisione e accuratezza delle due strategie d’intervento. «Sui modelli in cui è stata applicata la tecnica tradizionale si è riscontrata una variabilità non trascurabile e randomica nelle angolazioni di taglio, sia in direzione medio-laterale sia antero-posteriore», rivela il dottor Surace. Variabilità dovuta alle variazioni nel posizionamento della guida all’interno dell’canale diafisario, alla mobilitazione del blocco di resezione femorale durante il taglio e ad altri fattori inerenti alla tipologia di intervento. «Inoltre – aggiunge il dottor Surace -, in caso di operazione da parte di specialisti meno esperti, il minor controllo e la minore pianificazione lasciano aperta la possibilità di errori umani». Al contrario, nei modelli operati seguendo le indicazioni del navigatore chirurgico, si sono ottenuti esattamente i tagli scelti in fase preoperatoria.
«Con l’aiuto del sistema robotico – conclude il dottor Filippo Maria Surace -, l’intervento di protesizzazione di ginocchio può perciò risultare più preciso, accurato, oggettivo e anche tracciabile per ogni evenienza post-operatoria. L’esperienza del chirurgo viene applicata nella fase preliminare tramite la corretta pianificazione nella fase preoperatoria. Questo permette di procedere in modo rigoroso e controllato in fase operatoria, garantendo maggiori probabilità di un buon recupero della biomeccanica articolare, il più simile possibile alla condizione fisiologica del paziente».