«In Fornaca tutta la tecnologia ottica è stata elevata al top di gamma perché vedere bene e vedere meglio risulta la base di un intervento chirurgico che vuole tendere alla perfezione riducendo peso e rischi per il paziente – afferma il professor Giovanni Succo -. A tutto questo è stata affiancata la realtà virtuale per rendere l’intervento più rapido, snello ed enormemente preciso».
«Non c’è dubbio che, negli ultimi anni, la sfida tecnologica stia vivacizzando il settore della Chirurgia con l’obiettivo di aprire nuove frontiere e di ridurre, al contempo, l’impatto sui pazienti in termini di trattamenti aggressivi e mutilanti. Uno degli ambiti in cui tale approccio è maggiormente cresciuto è quello della Chirurgia per tumori del distretto testa e collo, di fatto il sesto cancro più diffuso in Europa, due volte più comune di quello del collo dell’utero». È la premessa del professor Giovanni Succo, otorinolaringoiatra della Clinica Fornaca e dell’ospedale San Giovanni Bosco di Torino, con all’attivo oltre settemila interventi chirurgici della specialità come primo operatore e oltre 250 lavori scientifici.
Professor Succo, non si parla abbastanza dei tumori del distretto testa e collo, che risultano molto comuni nonché in crescita dal punto di vista numerico. Cosa si prevede per i prossimi anni?
«Nel 2012, quindi già dieci anni fa, in Europa erano stati diagnosticati oltre 150mila nuovi casi e, secondo l’AIRTUM (Associazione Italiana Registro Tumori), nel 2013 in Italia i casi di tumore a carico delle vie aero-digestive superiori (VADS) avevano sfiorato i 10mila casi/anno. Tuttavia, per queste patologie nei prossimi vent’anni si prevede un incremento di incidenza di circa il 30 per cento, dovuto principalmente all’invecchiamento della popolazione e all’aumento di tumori correlati all’infezione da Papilloma virus (HPV)».
Questo tipo di tumore colpisce di più l’uomo o la donna?
«Per quanto riguarda i tumori del distretto delle vie aero-digestive superiori (bocca, gola, laringe, corde vocali), si prevede che nel 2030 verrà sviluppato da un uomo su 38 e da una donna su 176».
La localizzazione della patologia obbliga il chirurgo ad attenzioni particolari?
«Certamente. Il distretto testa e collo ha un’enorme valenza estetico-funzionale: come ben sappiamo, nel mondo occidentale risulta una delle poche sedi del nostro corpo costantemente scoperte ed esposte alla vista altrui. Quindi ai chirurghi specialisti di questo distretto tocca il compito di raffinare ulteriormente una già molto sviluppata sensibilità nell’affrontare tali patologie, avvalendosi ovviamente di soluzioni avanzate e innovative grazie alle grandi opportunità messe a disposizione della tecnologia biomedica».
Quali sono le soluzioni chirurgiche adottate in questa direzione?
«Stanno progressivamente emergendo le soluzioni di Chirurgia del distretto cervico-cefalico che si avvalgono della visione in 3D. Questa tecnologia viene utilizzata direttamente dal chirurgo per vedere e operare in spazi molto ristretti, riducendo pertanto l’invasività degli interventi grazie all’esaltazione dei dettagli visivi e cromatici. Si tratta di una stimolante “sfida chirurgica” che permette di fare tre cose importanti: utilizzare il massimo della tecnologia visiva, compresa la realtà virtuale, per ridurre invasività e peso degli interventi chirurgici, mantenendone la stessa efficacia curativa; stimolare gli operatori a un passaggio progressivo verso forme di chirurgia avanzata, miniaturizzata, robotizzata, mantenendo ed esaltando il concetto della terapia personalizzata; lavorare mettendo pariteticamente al centro dell’attenzione la malattia e la persona affetta dalla stessa».
Che cosa fa in proposito la Clinica Fornaca?
«La strategia adottata dalla Clinica è la seguente: tutta la tecnologia ottica è stata elevata al top di gamma oggi disponibile sul mercato, ovvero uno standard 3D a 4K, perché in chirurgia vedere bene e vedere meglio risulta la base di un intervento chirurgico che vuole tendere alla perfezione, riducendo peso e rischi per il paziente. A tutto questo è stata affiancata la realtà virtuale: tale simulazione virtuale diventa, a tutti gli effetti, il momento strategico dell’operazione, perché da essa derivano la personalizzazione del materiale necessario per l’intervento nonché la scaletta dei tempi dell’intervento che risulterà così più rapido, snello ed enormemente preciso».
Anche in ambito oncologico?
«Certamente. Anche nell’ambito della Chirurgia oncologica del distretto testa e collo, settore in cui la Clinica vanta ottime équipe universitarie Otorinolaringoiatriche e Neurochirurgiche, per via dell’enorme ricaduta che una chirurgia mini-invasiva, al contempo molto tecnologica e attenta alle ricadute sulla persona, potrà avere in generale sulla qualità di vita dei pazienti affetti da tumore».