«Si tratta di una patologia frequente, stimata intorno al 2-4 per cento della popolazione, che in genere colpisce tra i 25 e i 55 anni, con una prevalenza molto elevata nel genere femminile», spiega la dottoressa Rosalba Rocci Ris, specialista in Anestesia, Rianimazione e Terapia antalgica.
«La fibromialgia è una patologia clinicamente complessa, caratterizzata da manifestazioni dolorose e da disturbi somatici che incidono fortemente sulla qualità della vita del paziente. Si tratta di una patologia frequente, stimata intorno al 2-4 per cento della popolazione, che colpisce generalmente tra i 25 e i 55 anni, con una prevalenza molto elevata nel genere femminile». Con queste parole, la dottoressa Rosalba Rocci Ris, specialista in Anestesia, Rianimazione e Terapia antalgica della Clinica Fornaca, introduce una patologia importante che verrà trattata nel nuovo ambulatorio di Terapia antalgica dedicato ai malati non oncologici con particolare riferimento ai pazienti affetti da fibromialgia.
Dottoressa Rocci Ris, come si manifesta la fibromialgia?
«La fibromialgia si manifesta in vario modo con frequenti dolori articolari e muscolari, astenia, disturbi del sonno, ansia o depressione. Spesso i pazienti lamentano anche disturbi della memoria, parestesie agli arti, tensione addominale e dolore vescicale o disturbi della sfera sessuale. La componente fondamentale della malattia è data dalla sintomatologia dolorosa che risulta spesso condizionata dal vissuto emozionale del paziente e dalla sua storia personale e familiare».
A chi si rivolge la persona che va incontro a questo tipo di disturbo?
«Chi soffre di tali disturbi si rivolge spesso in prima battuta al reumatologo, al fisiatra o al neurologo, che da soli non riescono a fornire un adeguato trattamento. Il dolore è certamente il sintomo più importante e invalidante e per tale motivo il medico di terapia antalgica ha un ruolo centrale nella presa in carico di questi pazienti».
Per loro diventa quindi importante affidarsi a un medico in grado di prenderli totalmente in carico?
«Si tratta di soggetti che hanno bisogno di creare un rapporto di fiducia e di forte empatia con il medico che li tratta, perché il percorso di cura richiede un sostanziale cambiamento dello stile di vita del paziente e il superamento dei conflitti psicologici che spesso sono alla base di tale patologia. Si deve creare pertanto un rapporto medico-paziente fortemente personalizzato con una terapia multimodale centrata sulle esigenze di quel singolo paziente».
Ha parlato di “conflitti psicologici”: rivestono un aspetto importante nella cura del paziente?
«Un corretto approccio psicologico è fondamentale e spesso è necessario ricorrere a tecniche cognitivo comportamentali quali la Mindfulness che consente al paziente un approccio più sereno alle proprie problematiche esistenziali. Purtroppo un simile avvicinamento alla patologia fibromialgica è, almeno in ambito pubblico, difficilmente raggiungibile e sono pochissime le strutture in Italia che dispongono di ambulatori dedicati».