Internazionalità, Medicina di precisione e Wearables: Humanitas University


Garantire alla popolazione con un’età media in crescita cure personalizzate, puntando su prevenzione, analisi del genoma e dispositivi tecnologici indossabili e al contempo formare medici, infermieri e fisioterapisti del futuro per un approccio sempre più interdisciplinare: il 6 marzo scorso si è tenuta l’inaugurazione del nono anno accademico di Humanitas University, con sede a Pieve Emanuele […]

Garantire alla popolazione con un’età media in crescita cure personalizzate, puntando su prevenzione, analisi del genoma e dispositivi tecnologici indossabili e al contempo formare medici, infermieri e fisioterapisti del futuro per un approccio sempre più interdisciplinare: il 6 marzo scorso si è tenuta l’inaugurazione del nono anno accademico di Humanitas University, con sede a Pieve Emanuele (Mi) alla presenza del sindaco della cittadina Pierluigi Costanzo, del sindaco di Milano Giuseppe Sala e del Presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana. Per l’occasione anche la lezione del professor Michael Snyder, direttore del Department of Genetics alla Stanford University School of Medicine.

 

Un momento per riflettere sulle sfide del futuro e sull’anno appena trascorso, che ha visto crescere i numeri dell’Ateneo dedicato alle Life Sciences e la sua vocazione internazionale, come dimostra il 38% di studenti stranieri che scelgono il Campus di Pieve Emanuele per diventare i medici di domani. Nel 2022 Humanitas University è entrata per la prima volta nel ranking Times Higher Education (THE), posizionandosi tra le prime 250 università al mondo su 1799 atenei presi in analisi, la migliore new entry. Inoltre si posiziona nella fascia tra le prime 176-200 migliori università di medicina. Si confermano così i risultati dell’università nei ranking internazionali, come già fotografato da Leiden CWTS e U-Multirank per il 2022: l’Ateneo, infatti, è al primo posto in UE per percentuale di pubblicazioni scientifiche, nel top 10% a livello mondiale per il Leiden CWTS Ranking, e ottavo in Europa per il corso di laurea in Medicina secondo U-Multirank.

«Non potrei essere più orgoglioso di chiudere i primi nove anni di vita della nostra Università – racconta Marco Montorsi, rettore di Humanitas University che conclude il suo percorso – e di aver visto realizzati gli obiettivi che ci eravamo prefissati. Abbiamo costruito un’offerta didattica pre e post laurea in continuo ampliamento, un campus e le residenze universitarie; la nostra comunità è in costante crescita a livello di faculty e di studenti, connotandosi per una crescente multiculturalità e tensione verso l’internazionalità, per i dare ai giovani la possibilità di formarsi e di esprimersi non solo come professionisti, ma anche come persone. A noi come Università spetta il compito di mettere gli studenti nelle migliori condizioni per raggiungere l’obiettivo finale, attraverso percorsi che elevano la qualità della didattica e migliorano l’orientamento degli allievi, garantendo maggiore autonomia e flessibilità, seguendo modelli presenti in altri Paesi europei, ma anche attraverso un’attenzione al benessere fisico e mentale. Per rispondere alle sfide che la Medicina è chiamata ad affrontare, è cruciale l’apertura a percorsi sempre più transdisciplinari con alcuni focus su progetti didattici specifici in ambito di Computer Science nel settore delle Scienze della Salute. Abbiamo infine visto come sia diventato cruciale attivare collaborazioni inter ateneo a livello nazionale e internazionale: mi auguro che si possa continuare in questa direzione e dimostrare così la competitività del sistema accademico italiano a livello europeo e globale».

 

Al professor Michael Snyder, direttore del Department of Genetics alla Stanford University School of Medicine, è stata affidata la Lectio Magistralis. Snyder ha contribuito allo sviluppo e alla diffusione di una tecnologia per l’analisi simultanea di migliaia di geni, molecole di RNA, proteine e ha stabilito un elevato standard di servizio per la comunità, contribuendo anche a gettare le basi della biologia dei sistemi. Ha anche aperto la strada all’applicazione delle tecnologie omiche e dei big data alla medicina personalizzata.

Nel corso del suo intervento, davanti a una platea attenta e partecipe, ha parlato di prevenzione: «Anche grazie ai moderni wearables, cioè dispositivi tecnologici indossabili, si è aperta la strada per affrontare le sfide della sanità del futuro, come il progressivo aumento dei bisogni di salute di una popolazione sempre più anziana e la sostenibilità del sistema. La medicina di precisione, infatti, realizzata grazie all’analisi dei big data incrociando le informazioni sul genoma con quelle cliniche, ambientali e sociali relative a ogni persona, porta con sé un tema di sostenibilità delle cure, affrontabile solo prevenendo le malattie per le quali è possibile farlo». Il professor Snyder ha concluso affermando: «Proprio in questo potranno venire in aiuto i wearables: un esempio di applicazione pratica dell’innovazione in medicina. Incoraggiando l’attività fisica e migliorando il riposo, i dispositivi tecnologici indossabili potranno aiutare le persone a rimanere in salute e prevenire il verificarsi di condizioni patologiche, riducendo di circa il 20% i costi sanitari».