Che cos’è l’aborto spontaneo?
L’aborto spontaneo è l’interruzione di gravidanza che può verificarsi spontaneamente nei primi 180 giorni di gestazione, ma che più comunemente si verifica nel primo trimestre.
Si parla di aborto completo, laddove venga espulso totalmente l’embrione o il feto; mentre di aborto ritenuto (o incompleto) laddove nella cavità uterina la gravidanza sia ancora presente, del tutto o in parte, ma l’attività cardiaca dell’embrione o del feto sia cessata.
Quali sono le cause dell’aborto spontaneo?
L’aborto spontaneo può verificarsi per diverse ragioni, ne sono un esempio:
- anomalie cromosomiche
- malformazioni congenite o acquisite dell’utero;
- incontinenza cervicale, che porta il collo dell’utero a dilatarsi molto precocemente, anche in assenza di contrazioni, con conseguente espulsione del feto;
- malattie autoimmuni o trombofiliche;
- patologie infettive come toxoplasmosi, rosolia, infezione da citomegalovirus che possono contagiare il feto e avere esiti fatali;
- infezioni vaginali non trattate;
- insufficienza del corpo luteo che non produce abbastanza progesterone, l’ormone che favorisce l’impianto e il mantenimento della gravidanza nel primo trimestre.
Quali sono i sintomi dell’aborto spontaneo?
L’aborto può essere silente e dunque privo di sintomi, oppure manifestarsi con perdite di sangue o contrazioni dell’utero.
Come si effettua la diagnosi?
La diagnosi viene effettuata mediante visita ginecologica ed ecografia.
Possono essere inoltre indicati un test di gravidanza e il dosaggio plasmatico della frazione beta dell’ormone della gravidanza (HCG).