Che cos’è la febbre reumatica?
La febbre reumatica (anche detta malattia articolare acuta o reumatismo articolare acuto) è una malattia legata all’infezione batterica da Streptococco b alla gola; alcuni soggetti, particolarmente sensibili a questa infezione, sviluppano febbre reumatica.
Questa patologia si caratterizza per la presenza di febbre e dolore e gonfiore a livello articolare, anche se in alcuni casi può esserci un coinvolgimento cardiaco (cardite reumatica) o la presenza di sintomi neurologici.
Colpisce soprattutto i bambini e i ragazzi tra i 5 e i 15 anni. Nei Paesi sviluppati la diffusione dell’uso degli antibiotici ne ha drasticamente ridotto l’incidenza (1 caso su 100.000 persone), mentre nei Paesi in via di sviluppo rimane tuttora diffusa (fino a 100 casi ogni 100.000 persone) e una delle principali cause di malattie cardiache tra i giovani.
Quali sono le cause della febbre reumatica?
La febbre reumatica è dovuta a una risposta anomala del sistema immunitario a una faringotonsillite causata da Streptococco beta-emolitico di gruppo A. Nei soggetti predisposti, infezioni ripetute alla gola causate da questo batterio scatenano un’erronea produzione di anticorpi diretti anche contro tessuti sani dell’organismo, come le valvole cardiache e le strutture articolari.
Quali sono i sintomi della febbre reumatica?
Sono sintomi caratteristici la febbre e il dolore e gonfiore delle articolazioni (artrite), soprattutto quelle più grandi, come ginocchio e caviglia.
Nei casi più gravi può esserci un’infiammazione a carico del cuore (cardite). Alcuni pazienti presentano corea, un disordinato movimento del corpo dovuto all’infiammazione di aree cerebrali deputate alla coordinazione dei movimenti.
Più raramente possono aversi manifestazioni temporanee a carico della pelle (eritema, noduli sottocutanei) e possono anche comparire sintomi generali quali stanchezza, perdita di appetito, dolori addominali.
Come si effettua la diagnosi?
Non esistono esami specifici per la diagnosi, ma in presenza di sintomi sospetti è bene consultare il medico. Possono essere utili esami del sangue volti a rilevare un quadro d’infiammazione, cioè la VES (velocità di eritrosedimentzione) e la PCR (proteina C reattiva). È importante poi dimostrare che il paziente abbia avuto una precedente infezione streptococcica attraverso:
- precedente infezione da scarlattina;
- positività del tampone faringeo per Streptococco beta-emolitico di gruppo A;
- aumento del dosaggio del TAS (titolo antistreptolisinico), che indica la quantità di anticorpo prodotto dall’organismo verso una proteina dello Streptococco, la streptolisina O.
L’elettrocardiogramma e l’ecocardiogramma possono poi fornire indicazioni utili sulle condizioni del cuore e delle valvole cardiache.