Che cos’è il gozzo?
Si parla di gozzo in presenza di un aumento di volume della tiroide; questo non implica necessariamente un malfunzionamento della ghiandola.
Il gozzo può essere endemico – se riguarda più del 10% della popolazione di una determinata area geografica – o sporadico. Si distingue poi tra gozzo diffuso o nodulare e, in base alla funzione tiroidea, come normofunzionante o iperfunzionante (tossico).
Quali sono le cause del gozzo?
Nel caso del gozzo endemico la causa risiede nella carenza di iodio; questa comporta una minore attività di sintesi dell’ormone tiroideo, con conseguente aumento della secrezione di TSH (l’ormone che regola la funzione della tiroide) e progressivo ingrandimento della ghiandola.
Anche le malattie autoimmuni della tiroide possono determinare il gozzo. Tra le altre cause:
- Assunzione di alcuni farmaci;
- Consumo di quantità elevate di alimenti gozzigeni quali cavoli, rape, broccoli e cavolfiori.
Quali sono i sintomi del gozzo?
I sintomi variano a seconda delle dimensioni della tiroide e della presenza o meno di ipotiroidismo o ipertiroidismo. Possono inoltre aversi difficoltà di deglutizione (disfagia) e di respirazione (dispnea).
Come si effettua la diagnosi?
Oltre a esame obiettivo e palpazione della tiroide, l’esame si avvale dei seguenti esami:
- Prelievo per TSH, FT4, FT3 e, se necessario, per gli anticorpi anti-tiroide;
- Ecografia tiroidea, per valutare il volume della tiroide e per individuare eventuali noduli;
- Scintigrafia tiroidea (solo nel caso di un paziente con ipertiroidismo);
- Agoaspirato tiroideo da eseguire in presenza di noduli ecograficamente sospetti per escluderne la natura neoplastica.