Che cos’è la tachicardia da rientro nodale?
La tachicardia da rientro nodale è una delle più comuni tachicardie sopraventricolari e appartiene alla famiglia delle tachiaritmie.
Chi ne soffre sperimenta accessi di batticuore rapido e irregolare che insorge e si interrompe improvvisamente. Gli episodi possono durare pochi secondi così come qualche ora e in genere sono ben tollerati, a meno che non vi siano altre patologie cardiache.
Quali sono le cause della tachicardia da rientro nodale?
Il battito cardiaco origina nel nodo seno-atriale nell’atrio destro, si propaga negli atrii e raggiunge il nodo atrio-ventricolare. Da qui l’impulso passa al fascio di His e al sistema di conduzione intraventricolare.
In caso di tachicardia da rientro nodale, il nodo si comporta in maniera anomala come se, al posto di un’unica via di conduzione, ne avesse due distinte: una a conduzione più rapida e una più lenta.
L’episodio di tachicardia si verifica quanto, dopo un’extrasistole, l’impulso percorre in avanti la via lenta e trova la via rapida capace di condurre l’impulso all’indietro, innescando una sorta di micro-corto circuito nel nodo atrioventricolare con conseguente contrazione contemporanea di atrio e ventricolo.
Quali sono i sintomi della tachicardia da rientro nodale?
Sono sintomi comuni:
- palpitazioni
- lipotimia
- ansia
- dolore toracico
- dispnea
- sincope, se l’aritmia ha una frequenza ventricolare molto elevata.
Come si effettua la diagnosi?
La diagnosi si effettua con una visita cardiologica. Sono esami utili l’elettrocardiogramma registrato durante l’episodio aritmico e lo studio elettrofisiologico endocavitario.