L’oligomenorrea rappresenta uno dei tipi di irregolarità del ciclo mestruale con cui le donne in età fertile possono avere a che fare. In questo caso è possibile che le perdite mestruali siano poco abbondanti e il ciclo particolarmente lungo. Scendendo nello specifico della definizione, parliamo di oligomenorrea nel caso in cui la distanza tra una mestruazione e l’altra superi i 35 giorni ma non i 90. In quest’ultimo caso si passa infatti a parlare di amenorrea.
In molti casi un ciclo poco abbondante è dovuto all’assunzione della pillola anticoncezionale. Altre volte l’oligomenorrea è solo una questione di età, nelle donne molto giovani il ciclo può impiegare degli anni prima di regolarizzarsi. Esistono però anche i casi in cui le irregolarità sono correlate a patologie (quali problemi alla tiroide, la sindrome dell’ovaio policistico o il diabete), alla carenza dell’ormone prolattina o all’assunzione di farmaci, come gli antipsicotici e gli antiepilettici. Infine, anche le giovani donne che praticano un esercizio fisico molto intenso (ad esempio uno sport a livello agonistico) o che convivono con disturbi dell’alimentazione come l’anoressia nervosa o la bulimia possono andare incontro a oligomenorrea.
Quali malattie possono essere correlate all’olimenorrea?
Tra le patologie che possono essere associate a oligomenorrea sono incluse:
- Anoressia nervosa
- Bulimia
- Diabete
- Disturbi della tiroide
- Sindrome dell’ovaio policistico
È importante ricordare che questo non è un elenco esaustivo e che sarebbe sempre meglio rivolgersi al proprio medico di fiducia in caso di persistenza dei sintomi.
Quando consultare il proprio medico in caso di oligomenorrea?
Se le mestruazioni non compaiono per più di 35 giorni e non si sta assumendo la pillola è opportuno rivolgersi al medico. In generale, qualsiasi cambiamento improvviso del ciclo dovrebbe indurre a consultare un ginecologo.
Che rimedi esistono contro l’oligomenorrea?
L’oligomenorrea in sé non è necessariamente un grave problema e per regolarizzare il ciclo si possono assumere terapie ormonali, inclusa la semplice pillola contraccettiva.
Nel caso in cui alla sua base ci sia una patologia specifica può invece rivelarsi necessario un trattamento mirato. Un intervento psicologico, ad esempio, può essere richiesto da disturbi dell’alimentazione, mentre la sindrome dell’ovaio policistico può essere affrontata con l’aiuto di un ginecologo, che potrà ad esempio prescrivere l’assunzione di farmaci opportuni. In altri casi può essere utile ridurre il carico di attività fisica svolto durante la giornata.