Adenomi ipofisari, in Fornaca l’endoscopio tridimensionale HD


Gli adenomi ipofisari sono i tumori benigni che riguardano l’ipofisi e possono causare gravi malattie: «L’intervento chirurgico può risolvere il problema, ma occorre affidarsi a mani esperte e tecnologia adeguata». spiega il dottor Francesco Zenga. Rimuovere gli adenomi ipofisari attraverso un intervento di chirurgia mininvasiva realizzato con un endoscopio tridimensionale ad alta definizione che passa […]

Gli adenomi ipofisari sono i tumori benigni che riguardano l’ipofisi e possono causare gravi malattie: «L’intervento chirurgico può risolvere il problema, ma occorre affidarsi a mani esperte e tecnologia adeguata». spiega il dottor Francesco Zenga.

Rimuovere gli adenomi ipofisari attraverso un intervento di chirurgia mininvasiva realizzato con un endoscopio tridimensionale ad alta definizione che passa dal naso del paziente. E’ quanto avviene alla Clinica Fornaca per mano del dottor Francesco Zenga, medico della Clinica e dirigente di primo livello presso la Neurochirurgia universitaria della Città della salute e della scienza di Torino diretta dal professor Alessandro Ducati.

Gli adenomi ipofisari sono tumori benigni che hanno origine a livello della parte anteriore dell’ipofisi, piccola ghiandola endocrina sistemata all’interno del cranio in una struttura ossea detta sella turcica. L’ipofisi produce alcuni ormoni (ACTH, TSH, GH, PRL, LH e FSH) che le permettono di controllare la secrezione ormonale delle ghiandole endocrine attive nel resto dell’organismo. Inoltre, l’ipofisi riveste un ruolo decisivo per quanto riguarda la regolazione di importanti funzioni vitali tra le quali figurano: crescita, sviluppo neuropsichico, comportamento sessuale e funzione riproduttiva, gravidanza e allattamento.

«Un cattivo funzionamento dell’ipofisi può causare l’insorgenza di malattie molto gravi – esordisce il dottor Zenga -. A curare la patologia ipofisaria può essere sufficiente la sola terapia farmacologica prescritta dall’endocrinologo, che ha infatti un ruolo centrale nella diagnosi e nella gestione del paziente, ma quando i farmaci non bastano o non servono diventa necessario l’intervento chirurgico». Gli adenomi ipofisari vengono divisi in due categorie: quelli non secernenti (che cioè non producono nessun ormone) e quelli secernenti. «I primi hanno la caratteristica di crescere molto, fino oltre i quattro centimetri,  comprimere i nervi ottici e dare problemi di vista al paziente – prosegue il dottor Zenga -. L’intervento serve allora per decomprimere le strutture nervose e consentire il recupero, spesso immediato, della vista».

A determinare la modalità di trattamento degli adenomi ipofisari secernenti è invece il tipo di ormone prodotto: «Quando si tratta della prolattina, per far sparire l’adenoma è quasi sempre sufficiente l’assunzione del farmaco suggerito dall’endocrinologo», sottolinea il dottor Zenga. Se invece l’iperfunzione ormonale riguarda GH o ACTH ci troviamo di fronte ad Acromegalia e malattia di Cushing e diventa necessario l’intervento del chirurgo: «GH è l’ormone della crescita – spiega il dottor Zenga -: produrne in eccesso significa essere affetti da gigantismo. Mani e piedi diventano enormi, idem naso e mento, mentre i denti si allontanano. E’ una malattia rara, difficile da riconoscere e perciò spesso intercettata in ritardo. Rimuovere l’adenoma permette di riportare l’ormone GH a un funzionamento normale e di arrestare l’abnorme crescita del paziente». La produzione eccessiva di ACTH comporta invece l’aumento dei livelli di cortisolo e determina la malattia di Cushing: «Che causa obesità, ipertensione, irsutismo e fragilità delle ossa ed è una malattia gravissima», rimarca il dottor Zenga. Per intervenire dal punto di vista chirurgico occorrono mani esperte: «Ci si trova di fronte ad adenomi ipofisari molto piccoli, anche meno di 4-5 millimetri, ed è allora fondamentale l’endoscopio tridimensionale con tecnologia HD che permette al chirurgo di riconoscere in maniera estremamente accurata il tessuto tumorale e distinguerlo da quello sano che deve invece esser preservato».

Presso la Clinica Fornaca il dottor Francesco Zenga è in grado di trattare qualsiasi tipo di adenoma ipofisario, qualunque sia la sua origine e dimensione. «La presenza della Terapia intensiva e il lavoro collegiale svolto con endocrinologo e otorinolaringoiatra sono fondamentali – conclude il dottor Zenga -. La degenza media per un intervento di questo tipo è di circa 48 ore: il paziente può alzarsi dal letto il giorno successivo all’operazione a andare a casa ventiquattr’ore più tardi».

Assieme ai craniofaringiomi, ai meningiomi e ai cordomi del clivus, gli adenomi ipofisari rappresentano le patologie più frequenti per l’esecuzione di interventi di chirurgia endoscopica endonasale del basicranio, vale a dire la zona di confine tra testa e faccia dove appoggia il cervello. In Piemonte l’endoscopio tridimensionale ad alta definizione è disponibile solo in Fornaca e nella Neurochirurgia delle Molinette (Città della salute e della scienza di Torino): li adopera entrambi il dottor Zenga che esegue circa 100 interventi l’anno.