Starnuti, occhi arrossati e naso che cola: ecco le allergie di primavera


Le allergie colpiscono oltre il 10 per cento della popolazione italiana: rinite allergica e asma sono le più comuni. «Sono fondamentali una diagnosi corretta e una terapia mirata», spiega la dottoressa Fulvia Marengo, allergologa della Clinica Fornaca.   Starnuti, occhi arrossati e naso che cola? «Nei mesi di primavera ed estate si registra un incremento […]

Le allergie colpiscono oltre il 10 per cento della popolazione italiana: rinite allergica e asma sono le più comuni. «Sono fondamentali una diagnosi corretta e una terapia mirata», spiega la dottoressa Fulvia Marengo, allergologa della Clinica Fornaca.

 

Starnuti, occhi arrossati e naso che cola? «Nei mesi di primavera ed estate si registra un incremento delle patologie allergiche respiratorie. Se non trattati, i soggetti sensibilizzati ai pollini sviluppano sintomi respiratori e congiuntivali. La pollinazione dipende dalla specie pollinica, dalla regione e dalle condizioni climatiche. In Piemonte, indicativamente, la sequenza delle pollinazioni è: alberi (ontano, betulla, nocciolo) tra febbraio e aprile, oleacee tra aprile e maggio, urticacee tra aprile e ottobre, graminacee nel periodo che va da aprile settembre e composite in quello che va da luglio a ottobre». Con queste parole la dottoressa Fulvia Marengo, allergologa della Clinica Fornaca e dell’Unità di Allergologia e Immunologia Clinica della Città della salute e della scienza di Torino, introduce un tema che riguarda sempre più persone.

Dottoressa Marengo, che cos’è la malattia allergica? Chi ne è colpito?

«La malattia allergica è una malattia cronica sistemica che interessa le mucose e la cute. Rinite allergica, asma, congiuntivite allergica, dermatite atopica sono l’espressione del processo infiammatorio localizzato a livello dei diversi organi e indotto da un’alterazione del sistema immunitario, con conseguente produzione di anticorpi (IgE) contro sostanze presenti nell’ambiente. I pazienti allergici sono in continuo aumento: dai dati Istat emerge che nel 2016 le persone affette da malattie allergiche in Italia erano il 10,7 per cento della popolazione, anche se i dati sembrano essere sottostimati. Nell’insorgenza delle malattie allergiche sono stati implicati fattori ereditari e fattori ambientali: figli e fratelli di pazienti allergici hanno maggiore probabilità di sviluppare, nel corso della vita, malattie allergiche. L’inquinamento atmosferico esercita un ruolo rilevante sul decorso della malattia tanto che la rinite allergica risulta essere più frequente tra coloro che vivono in città rispetto a chi vive in campagna. Il miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie e la riduzione delle infezioni batteriche sembrano infine essere correlate a un aumento delle allergie per un orientamento del sistema immunitario verso risposte di tipo allergico».

Quali sono le forme più comuni di malattia allergica? Come si manifestano?

«La rinite allergica è il risultato dell’infiammazione localizzata a livello della mucosa nasale. Si traduce in una sensazione di naso ostruito, di naso che cola, di prurito a livello della faringe, di starnuti ripetuti. Frequente è la concomitante presenza di arrossamento congiuntivale, lacrimazione e prurito oculare. La rinite allergica è definita intermittente se si manifesta solo episodicamente e per meno di quattro settimane l’anno, oppure persistente se si manifesta per periodi superiori alle quattro settimane. L’asma allergico è invece il risultato dell’infiammazione a livello bronchiale e si traduce in ipersecrezione mucosa e broncospasmo, che consiste nella riduzione del calibro delle vie aeree con conseguente difficoltà al passaggio di aria. I sintomi conseguenti sono difficoltà alla respirazione (dispnea), respiro sibilante, tosse, senso di costrizione toracica. Asma e rinite allergica possono essere ritenute espressione di un’unica malattia infiammatoria sistemica, localizzata alle basse e alle alte vie respiratorie. È stato inoltre dimostrato che la rinite allergica, soprattutto la forma persistente, è correlata a un aumento del rischio di sviluppare asma. Il rischio di asma nei soggetti rinitici sembra essere superiore di quattro volte rispetto ai soggetti senza rinite. Una caratteristica comune alle due patologie è il processo infiammatorio che interessa la mucosa nasale nel caso della rinite allergica e i bronchi nel caso dell’asma. In questo processo infiammatorio sono coinvolte alcune cellule del sistema immunitario e molecole pro-infiammatorie da esse rilasciate: il risultato è un danno dell’epitelio, che può provocare a sua volta edema della mucosa e accumulo di prodotti secretori, come il muco, ricchi di sostanze infiammatorie. Si stima che il 15-20 per cento della popolazione sia affetto da rinite allergica e che la diagnosi venga posta solo dopo cinque anni dall’insorgenza dei sintomi. Anche gli asmatici spesso non ricevono cure adeguate: si stima che un terzo dei soggetti pratichi una terapia corretta, un terzo non si curi e un terzo non sappia di essere asmatico».

Il paziente allergico ai pollini può anche sviluppare allergie alimentari?

«Il paziente allergico ai pollini manifesta talvolta reazioni avverse in seguito all’ingestione di alimenti di origine vegetale crudi. È un fenomeno dovuto alla reattività crociata tra pollini e alimenti, indotta dalla presenza di strutture simili presenti nel polline e in alcuni alimenti di origine vegetale. Si tratta della cosiddetta sindrome orale allergica: i sintomi interessano soprattutto cavo orale e faringe e insorgono entro pochi minuti dall’ingestione di alcuni alimenti, in particolare frutta e verdura crude. Spesso si risolvono spontaneamente, talvolta richiedono trattamento con steroidi e antistaminici. È bene tuttavia non sottostimare tali sintomi ed evitare l’ingestione degli alimenti correlati a reazioni avverse, disporre dei farmaci da utilizzare al bisogno e definire meglio il rischio di eventuali reazioni non limitate al cavo orale».

Come si esegue la diagnosi della malattia allergica?

«La diagnosi della malattia allergica è clinica e strumentale. Sono disponibili estratti per test cutanei (prick test) che valutano l’eventuale sensibilizzazione per aeroallergeni stagionali e perenni (pollini, acari della polvere di casa, derivati epidermici di animali, muffe). Nei casi dubbi o se i test cutanei non sono significativi, si utilizza il dosaggio delle IgE sieriche specifiche. Talvolta, in relazione alla storia clinica o per definire il rischio di reazioni allergiche gravi correlate all’ingestione degli alimenti, ci si avvale della diagnostica molecolare che utilizza allergeni ricombinanti. La diagnosi di asma prevede la valutazione della funzionalità respiratoria con metodiche (come la spirometria e la misura del picco di flusso espiatorio) che valutano l’eventuale ostruzione al flusso di aria. In alcune situazioni può essere necessario eseguire il test di broncodilatazione (che permette di valutare la reversibilità dell’ostruzione) o il test di broncostimolazione per valutare la presenza di iperreattività bronchiale».

Qual è la terapia che attende i pazienti allergici?

«La terapia della malattia allergica respiratoria si basa su prevenzione (pressoché impossibile nel caso delle pollinosi), terapia farmacologica (sintomatica) e immunoterapia specifica. La terapia farmacologica utilizza farmaci in grado di trattare l’infiammazione di tipo allergico quali gli antistaminici, gli antileucotrieni, gli steroidi sistemici e topici e i broncodilatatori che vengono utilizzati al bisogno in caso di broncoostruzione acuta oppure cronicamente, in associazione ad altri farmaci, per la terapia “di fondo” dell’asma bronchiale. L’immunoterapia specifica, spesso definita “vaccino”, è al momento l’unica terapia in grado di modificare la storia naturale della malattia allergica perché agisce sull’alterazione del sistema immunitario responsabile dell’infiammazione che induce i sintomi. Un ciclo standard di immunoterapia dura in genere da tre a cinque anni».