Bruciore di stomaco: alzi la mano chi non lo ha mai avuto. Senza contare lo stress, può bastare qualche eccesso a tavola per favorire quella fastidiosa sensazione di bruciore e acidità al centro dell’addome che nel 90 per cento dei casi è dovuta a disturbi dell’apparato digerente per via della risalita di succhi gastrici in direzione dell’esofago. Su tutti il tanto temuto reflusso gastroesofageo: «È causato dalla risalita verso l’esofago di materiale acido proveniente dallo stomaco che provoca un’azione irritante. In genere, il bruciore compare subito dopo il pasto, mentre altri possibili sintomi sono rappresentati dal rigurgito acido e da un senso di digestione lenta e faticosa», spiega il professor Alessandro Repici, responsabile e coordinatore dei Servizi di Endoscopia digestiva della Clinica Fornaca e degli ospedali Humanitas nonché professore di Gastroenterologia alla Humanitas University di Milano.
Un’altra causa frequente del bruciore di stomaco è la dispepsia: «Si tratta di un disturbo funzionale collegato a cattiva alimentazione, ansia, stress e tensioni – conferma il professor Repici -. Di solito il bruciore di stomaco si manifesta poco dopo il pasto, mentre altri sintomi possibili sono la digestione lenta e la pancia gonfia». Attenzione però anche alla gastrite da farmaci: «L’infiammazione della mucosa dello stomaco è legata a un eccessivo utilizzo di antidolorifici e antinfiammatori non steroidei, tra i quali figura la cardioaspirina utilizzata nella prevenzione cardiovascolare. In questo caso, il bruciore compare una o due ore dopo il pasto e, se con il passare del tempo si avverte un dolore trafittivo, potrebbe essere spia di un’ulcera», aggiunge il professor Repici. Molto temuta è l’infezione con Helicobacter Pylori: «Questo batterio favorisce lo sviluppo di gastrite, ulcera gastrica e ulcera duodenale. Anche con la gastrite, in genere, il bruciore fa capolino una o due ore dopo il pasto e, in caso di ulcera, quattro o cinque ore dopo il pasto. Può essere presente un dolore trafittivo, simile a una pugnalata, appena sotto lo sterno», prosegue il professor Repici.
Non occorrono particolari accertamenti quando il bruciore è occasionale, ma se persiste e non migliora con i farmaci può diventare utile eseguire la ricerca dell’Helicobacter pylori, con il test del respiro o un esame delle feci nonché la gastroscopia. «La gastroscopia, associata alla biopsia di alcuni frammenti della mucosa gastrica, è indicata in particolar modo in chi ha più di 45-50 anni per escludere un’ulcera grave o un tumore o in chi ha meno di 50 anni nel caso in cui, dopo la terapia, continuano a persistere disturbi gastrici o presenza di certi sintomi quali, ad esempio, calo di peso e anemia anche in assenza di evidenti perdite di sangue», puntualizza il professor Repici. Che sulle cure aggiunge: «Quando il bruciore di stomaco è occasionale si ricorre a farmaci antiacidi come bicarbonato di sodio o prodotti a base di sali di magnesio e alluminio. L’alternativa è rappresentata dai cosiddetti alginati o dai farmaci che combinano acido ialuronico e condroitin solfato e che proteggono in modo meccanico lo stomaco dall’acido impedendone il reflusso in esofago». E se i disturbi sono ricorrenti o cronici? «Si ricorre a farmaci che inibiscono la secrezione acida, i cosiddetti PPI o inibitori della pompa protonica». risponde il professor Repici. In presenza dell’Helicobacter pylori la terapia prevede invece un particolare cocktail di antibiotici da associare per dieci giorni all’assunzione di PPI, mentre in presenza di un’ulcera provocata dall’abuso di farmaci antinfiammatori non steroidei il trattamento prevede l’abolizione di questi ultimi e il ricorso a una terapia capace di diminuire l’acidità gastrica con farmaci mirati. Il professor Repici ricorda che chi segue una terapia con cardioaspirina dovrebbe assumere a scopo preventivo farmaci gastroprotettori, mentre in caso di dispepsia occorre rivedere il proprio stile di vita e migliorare l’alimentazione.
Infine ecco il decalogo di azioni utili a contrastare il bruciore di stomaco:
- – non fumare.
- – limitare gli alcolici.
- – limitare le bevande contenenti caffeina come caffè, tè e cola.
- – ridurre l’assunzione di cibi ad alto contenuto acido come agrumi, aceto, pomodori, menta, liquirizia e cioccolato.
- – evitare di usare troppe spezie, in particolar modo pepe e peperoncino.
- – ridurre i cibi e i condimenti grassi.
- – evitare pasti abbondanti.
- – evitare di indossare abiti o pantaloni stretti che possono comprimere l’addome.
- – non mettersi a letto subito dopo un pasto.
- – alzare la testata del letto di 20-30 centimetri se si soffre di reflusso.
Per informazioni e prenotazioni 011 557 4355