Contro la cataratta è disponibile alla Fornaca la tecnica mininvasiva laser che garantisce massima precisione: «Incontro di tecnologia e competenza oculistica», spiegano i medici specialisti.
«Rimuovere la cataratta utilizzando il femtolaser realizza l’incontro tra il massimo della tecnologia e il massimo della competenza oculistica. Rispetto all’intervento tradizionale, questa tecnica chirurgica garantisce maggiore precisione, minore impatto sui tessuti oculari e ridotto rischio di complicanze». Parola del dottor Claudio Panico, oculista del Centro Laser che alla Clinica Fornaca si prende cura di ogni aspetto della patologia oftalmologica: cataratta, glaucoma, distacco di retina, patologia degenerativa retinica, difetti rifrattivi e altro. «Negli ultimi vent’anni – aggiunge il dottor Francesco Faraldi, anch’egli oculista del Centro Laser – la chirurgia della cataratta s’è evoluta rapidamente fino a raggiungere gli attuali standard, capaci di garantire tempi di recupero e risultati visivi impensabili solo qualche anno fa».
In campo oculistico e non solo, quello di rimozione della cataratta è l’intervento più frequente in assoluto: in Italia ne vengono eseguiti circa 550mila l’anno. «Ma non è una chirurgia semplice o banale – puntualizza il dottor Panico -. Anzi, è un’operazione delicata e complessa che interessa tessuti di pochi millesimi di millimetro e trasparenti, visibili perciò solo al microscopio». Un intervento che la tecnologia ha reso nel corso degli anni sempre più sicuro e meno invasivo: «L’introduzione del femtolaser, che già usiamo per l’elevatissima precisione di taglio nella chirurgia della miopia – conferma il dottor Faraldi – rappresenta un’ulteriore evoluzione per la riduzione dell’invasività della procedura». E realizza anche un notevole miglioramento nelle prestazioni delle lenti intraoculari a elevata tecnologia: le lenti toriche per la correzione dell’astigmatismo, le lenti multifocali e accomodati per correggere il difetto visivo e la presbiopia.
Si tratta in ogni caso di un intervento del tutto indolore (l’anestesia topica consiste in alcune semplici gocce, indicate anche per chi è cardiopatico o sottoposto a terapia anticoagulante orale) e della durata di 10-20 minuti: un’ora dopo il paziente potrà tornare a casa senza la necessità di bendare l’occhio, dopoché sarà in grado di riprendere la vita di tutti giorni liberato dalle limitazioni che la cataratta gli aveva imposto, magari per anni.
La cataratta è un rischio che corrono anche i nostri occhi e che l’avanzare dell’età rende sempre più concreto: riguarda il 50 per cento di chi ha superato i 65 anni e il 98 per cento di chi raggiunge i 90 anni di età. «Le cause possono essere molteplici, così come i sintomi che ci indicano l’insorgere del problema – conclude il dottor Panico -. Consiglio a tutti di risolvere i propri dubbi rivolgendosi a un oculista. Sarà lui a indicare l’eventuale necessità di un intervento e i tempi adatti per eseguirlo. Ma è bene sapere che, di norma, rimandare l’operazione favorisce la maturazione della cataratta e rende l’intervento più impegnativo».
Proprio di femtolaser (si chiama così perché rilascia impulsi in femtosecondi, vale a dire in milionesimi di miliardesimi di secondo) e cataratta si è parlato martedì 25 ottobre alla Gam (Galleria d’arte moderna) di Torino nell’ambito del ciclo autunnale di incontri di Martedì Salute. Il dottor Claudio Panico e la dottoressa Caterina Bogetto hanno illustrato alla foltissima platea l’evoluzione nella cura della cataratta e spiegato funzionamento e utilizzo del femtolaser. Dopodiché hanno risposto alle tante domande formulate dai presenti per saperne di più su questa tecnica tanto moderna ed efficace che la Clinica Fornaca mette a disposizione dei propri pazienti.