«Studiare il cervello degli animali ci aiuta ad affrontare le malattie dell’uomo»


Alla Fornaca la Risonanza magnetica su mammiferi come la foca monaca e il delfino pilota viene eseguita dalla dottoressa M. Consuelo Valentini in collaborazione con la dottoressa Cristina Casalone dell’Istituto zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. «Lo studio ci fornisce molti dati utili alla conoscenza e alla cura di patologie che possono riguardare […]

Risonanza magnetica

Alla Fornaca la Risonanza magnetica su mammiferi come la foca monaca e il delfino pilota viene eseguita dalla dottoressa M. Consuelo Valentini in collaborazione con la dottoressa Cristina Casalone dell’Istituto zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. «Lo studio ci fornisce molti dati utili alla conoscenza e alla cura di patologie che possono riguardare l’uomo».

Il cervello di una foca monaca e quello di un delfino pilota (detto anche “globicefalo”, un pacifico cetaceo che può sfiorare i nove metri di lunghezza) sono stati tra i “pazienti” molto particolari della Risonanza magnetica della Fornaca. Da diversi anni, la dottoressa M. Consuelo Valentini, neuroradiologa dalla lunga esperienza all’Ospedale CTO di Torino e alla Clinica Fornaca, collabora attivamente con l’Istituto zooprofilattico sperimentale di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta e, in particolare, con la dottoressa Cristina Casalone, patologa dirigente veterinario dell’Istituto.

«Eseguire la Risonanza magnetica sul cervello di questi animali ci fornisce molti dati utili alla conoscenza e alla cura di patologie che possono riguardare l’uomo», spiegano la dottoressa Valentini e la dottoressa Casalone. Insieme hanno avviato un progetto di ricerca che in vent’anni le ha viste esaminare cervelli di animali comuni come pecora o maiale e, più di recente, animali marini come appunto la foca monaca o il delfino pilota.

«I mammiferi marini sono all’apice della nostra catena e rappresentano indicatori importanti della salute dei nostri mari – osserva la dottoressa Casalone -. La Risonanza magnetica eseguita sul cervello della foca monaca ha evidenziato una lesione da Toxoplasma, vale a dire da un agente infettivo che si riscontra anche nell’uomo. Il nostro mare è ormai inquinato da agenti come batteri, virus e parassiti: ecco perché questi animali, che sono mammiferi, si ammalano con patologie simili alle nostre. Un motivo in più per essere ancora più attenti all’inquinamento che causiamo». La dottoressa Casalone è responsabile del Centro di referenza nazionale per lo studio della diagnosi dei mammiferi marini (CREDIMA) che nel 2018 ha ottenuto il riconosciuto dall’Organizzazione mondiale della sanità animale (OIE) come Centro di riferimento internazionale. Il Centro nazionale coordina dieci laboratori distribuiti su tutte le coste d’Italia. «Veniamo chiamati quando c’è uno spiaggiamento – spiega -, in quel caso ci rechiamo sul posto per eseguire l’autopsia e scoprire la causa della morte. In media, in Italia, gli spiaggiamenti sono 240 l’anno».

Il delfino pilota studiato alla Fornaca si era spiaggiato in Liguria, dalle parti di Imperia, mentre il cucciolo di foca monaca era stato rinvenuto in Salento («È purtroppo un animale in via di estinzione, molto raro da avvistare in Italia, più comune in Grecia», puntualizza ancora la dottoressa Casalone). Se la Risonanza magnetica eseguita sulla foca monaca aveva evidenziato una lesione da toxoplasma con la formazione di cisti, quella effettuata sul delfino pilota aveva mostrato la presenza del morbillo, virus piuttosto diffuso nei nostri mari, che abbassa le difese immunitarie facilitando il contagio con altri agenti. «La Risonanza ci ha inoltre permesso di vedere diverse emorragie – prosegue la dottoressa Valentini -. Probabilmente, nel momento pre-agonico, l’animale era vicino agli scogli e vi era stato sbattuto. In taluni casi, le lesioni possono anche essere piccole o disperse in varie parti del cervello, studiandole in Risonanza magnetica possono essere individuate e diventare una guida precisa per trovare quanto si cerca».

Il cervello dell’animale viene studiato dopo essere stato isolato e chiuso ermeticamente per questioni di protezione e sicurezza. «Viene messo in formalina – continua la dottoressa Casalone -, un fissativo utile per la visione al microscopio. È chiaro che nella Risonanza non può entrare tutta la foca monaca, ma con questa tecnica riusciamo a esaminare un singolo organo, a centrare la lesione e a individuare il tipo di patologia». Tutti i lavori realizzati dalla dottoressa Valentini e dalla dottoressa Casalone vengono regolarmente pubblicati su importanti riviste specializzate: un loro studio realizzato sulla SLA (Sclerosi laterale amiotrofica) è diventato un importante progetto europeo. «Per me è sempre interessante capire cosa c’è dentro un cervello che è malato – conclude la dottoressa Valentini – e in proposito ringrazio la Clinica Fornaca per avermi permesso di continuare questa preziosa collaborazione con l’Istituto zooprofilattico sperimentale».