Il Congresso nazionale della Società americana di Chirurgia plastica ha attribuito il riconoscimento di “Miglior articolo europeo” alla terapia a pressione negativa, sperimentata con risultati positivi alla Città della Salute e della Scienza di Torino dal dottor Fabrizio Malan. «È una tecnica che mette “sotto vuoto” la ferita ed evita complicazioni», spiega il chirurgo plastico della Clinica Fornaca.
Prestigioso riconoscimento per il dottor Fabrizio Malan, chirurgo plastico della Clinica Fornaca e responsabile della Chirurgia Plastica e Ricostruttiva ospedaliera della Città della Salute di Torino. Lo scorso ottobre a San Diego (California), il Congresso nazionale della Società americana di Chirurgia plastica ha attribuito il premio di “Miglior articolo europeo” alla pubblicazione scientifica “ Closed Incision Negative Pressure Therapy in Oncological Breast Surgery: Comparison with Standard Care Dressing” sulla terapia a pressione negativa, sperimentata dal dottor Malan e dalla sua équipe, nella ricostruzione del seno in seguito alla rimozione di un tumore. Questa terapia permette di ridurre in modo sensibile le complicanze dell’intervento e, di riflesso, migliora la qualità di vita delle pazienti affette da tumore mammario. In queste pazienti, il numero di complicanze chirurgiche può essere molto elevato per via di fattori di rischio specifici e può determinare ritardi nell’inizio delle terapie salvavita (chemioterapia e radioterapia) nonché risultati estetici scadenti dei seni ricostruiti.
Utilizzata già da qualche anno a livello internazionale per il trattamento di lesioni complesse, la “terapia a pressione negativa per le incisioni chiuse” non era mai stata applicata nella chirurgia dei tumori del seno. Il dottor Malan e il dottor Pietro Maria Ferrando hanno realizzato il nuovo protocollo di studio che si è occupato specificamente di questo ambito: quattro anni di ricerca con risultati che hanno dimostrato la riduzione di incidenza delle complicanze chirurgiche. «Merito della ventennale esperienza, maturata in primis nell’ambito traumatologico, nell’utilizzo della terapia a pressione negativa – ha ricordato il dottor Malan -. SI tratta di una medicazione che mette “sotto vuoto” la ferita applicandole un’aspirazione costante ma di bassa intensità. In questo modo si stimola una guarigione spontanea con gli stessi risultati che in precedenza si potevano ottenere solo con la chirurgia. Questa consapevolezza ci ha permesso di estendere il suo utilizzo, dal curare le ferite aperte fino al prevenire la deiescenza delle ferite chirurgiche nel postoperatorio».
Prima ancora del premio ricevuto in California, la terapia a pressione negativa era stato oggetto di un articolo pubblicato su “Plastic and Reconstructive Surgery Global Open”, la più nota rivista scientifica internazionale di Chirurgia plastica.