«Alimentarsi nel modo corretto risulta un importante punto di partenza per prevenire la salute della funzione cerebrale», spiega la dottoressa Rosalba Galletti, nutrizionista della Clinica Fornaca. Bere tanta acqua, scegliere i giusti zuccheri, le adeguate proteine, la frutta e verdura di stagione: è la dieta antinfiammatoria che nutre la nostra flora intestinale e fa da scudo naturale agli attacchi esterni.
Quali sono i cibi che ci aiutano a stare bene allenando la memoria e favorendo il benessere fisico? «Il nostro cervello ha bisogno di trovare equilibrio nel nostro organismo: la persona che si alimenta in modo corretto vanterà perciò un cervello altrettanto in forma. Mangiare nel modo giusto risulta pertanto un importante punto di partenza per prevenire la salute della funzione cerebrale», esordisce la dottoressa Rosalba Galletti, nutrizionista della Clinica Fornaca e della Città della Salute e della Scienza di Torino, specialista in Diabetologia e Malattie metaboliche.
Dottoressa Galletti, da cosa partiamo per definire il concetto di “corretta alimentazione”?
«Dalla corretta idratazione, troppo spesso trascurata. Eppure basterebbe pensare a tutti i sintomi (confusione, riduzione dell’attenzione e altro) che manifestiamo quando fa troppo caldo o in situazioni di carenza d’acqua. L’80 per cento del nostro cervello è composto d’acqua: dobbiamo bere e tanto, almeno un litro e mezzo al giorno e non solo nel periodo estivo».
Riempito il serbatoio d’acqua, dobbiamo pensare al carico di energia.
«Il nostro cervello funziona a zucchero, non solo quello che mettiamo nel caffè ma anche quello prodotto della lavorazione di tutti i cibi che introduciamo attraverso la nostra alimentazione. La dieta mediterranea e, in particolare, la dieta antinfiammatoria sono ricche di alimenti che possono ridurre lo stato infiammatorio del nostro organismo. Parliamo di una dieta ricca di grassi polinsaturi in grado di ridurre l’attività infiammatoria presente in molte malattie neurologiche e vascolari: il suo obiettivo è farci mangiare un po’ di tutto, con alimenti sani di origine vegetale come frutta, verdura, legumi e proteine».
Come dobbiamo comportarci con le proteine?
«Le proteine devono essere presenti nella nostra alimentazione: va bene il pesce, almeno due o tre volte la settimana. In particolare, quello azzurro o dei nostri mari: salmone, sgombro, sardine e acciughe sono perfetti. Ricco di Omega 3 e DHA, il pesce fa bene al cervello perché è utile alla produzione dei neurotrasmettitori che sono i messaggeri chimici del cervello».
Frutta e verdura hanno la precedenza su tutto? Quali altri alimenti non devono mancare dalla nostra tavola?
«Parlando di frutta e verdura è sempre preferibile quella di stagione e colorata, più ricca di antiossidanti. La frutta è ricca di zucchero e perciò è bene non esagerare, mentre per la verdura non ci sono limitazioni e, laddove possibile, è bene privilegiare quella a foglia scura, ricca di acido folico, cofattore utile alla produzione delle proteine. Bene anche la frutta secca, ricca di acidi grassi e di Vitamina E. Da non trascurare l’apporto dei legumi, ottima risorsa di proteine vegetali, ricchi di sostanze utili al metabolismo delle cellule nervose. In tema di pane e pasta è importante consumare cereali integrali per la presenza di anti ossidanti e, per il condimento, ricorrere sempre all’olio d’oliva, ricco anch’esso di antiossidanti e ingrediente preponderante nella dieta mediterranea, capace di fare la differenza con altre popolazioni».
Tutto questo senza mai dimenticare l’asse intestino-cervello.
«Certamente. Mantenere un intestino sano significa avere un cervello sano. Si parla molto in questi anni di microbioma: sappiamo che i batteri contenuti nel nostro intestino sono anche produttori di mediatori chimici e sostanze ormonali che possono influenzare direttamente la funzione cerebrale. Ecco perché mantenere e nutrire una flora intestinale sana è anche uno scopo della nostra corretta alimentazione. Un esempio? Carciofi, asparagi, rape e cavoli contengono oligosaccaridi particolarmente nutritivi per i batteri sani, pazienza se in alcune persone la presenza di inulina genera l’effetto collaterale del gonfiore alla pancia. Quest’ultimo è poco gradito perché socialmente “scomodo”, tuttavia agisce molto positivamente sulla flora intestinale proprio per via della sua azione antinfiammatoria».
Il microbioma è diventato oggetto di particolare attenzione anche nel trattamento delle malattie neurologiche degenerative. In che modo?
«Spesso il morbo di Parkinson esordisce con sintomi di carattere gastrointestinale: si è scoperto che un microbioma più sano, grazie alla dieta antinfiammatoria, può rallentare la progressione della malattia. Allo stesso modo, risultanti promettenti si registrano nella malattia di Alzheimer, nella sclerosi multipla e in altre patologie degenerative. Ecco perché il microbioma va sempre ben nutrito: è alla base di quasi tutte le malattie, mentre la nostra capacità di difenderci attraverso l’immunità parte dalla nostra pancia».
Qual è il suo consiglio finale per una corretta alimentazione?
«Imparare a mangiare più sano: guardando gli ingredienti, leggendo bene le etichette e scegliendo cibi di cui conosciamo la provenienza. È utile cucinare poco gli alimenti per evitare di distruggerne i contenuti nutrizionali ed è bene mangiare in modo naturale attraverso un’alimentazione il più possibile varia e capace di fare da scudo naturale a qualsiasi attacco».