«L’elevata qualità professionale e tecnologica della Fornaca consente trattamenti nuovi e di grande efficacia per il paziente per la cura di infiammazioni ai muscoli e calcificazioni», assicura il dottor Carlo Faletti.
«Usare l’ecografia per il trattamento di patologie in ambito muscolo scheletrico è una procedura relativamente nuova che ha come scopo principale quello di migliorare il trattamento individuando con precisione la sede dell’iniezione e tenendo, allo stesso tempo, sotto costante controllo la patologia che ha provocato il sintomo». Lo spiega il dottor Carlo Faletti, radiologo della Clinica Fornaca tra i più esperti in materia: «Prendiamo come esempio l’infiammazione di un gomito – prosegue il dottor Faletti -: individuata la sede dell’alterazione, l’ago viene inserito esattamente dove la patologia è più avanzata o più attiva e, tramite il controllo ecografico, si esegue l’iniezione o si procede a un trattamento simile alla scarificazione dell’interfaccia osso-tendine che corrisponde alla stessa area».
Quali sono i farmaci utilizzai per le iniezioni? «Siamo partiti dagli abituali cortisonici – risponde il dottor Faletti -, ma sono state le infiltrazioni di acido ialuronico nella patologia degenerativa dell’articolazione coxo femorale (che può essere eseguita solo sotto guida ecografica per via della difficoltà a entrare nella sede articolare dell’anca) a suggerire l’estensione delle indicazioni e del trattamento anche in altre articolazioni e in altre patologie». Un esempio efficace è quello fornito dal PRP (Plasma ricco di piastrine): «Ha una forte caratterizzazione antinfiammatoria oltre che rigenerativa – conferma il dottor Faletti – e, se iniettato correttamente nella sede della patologia, ha dimostrato tutta la sua utilità in grado di portare a un netto miglioramento della sintomatologia o addirittura alla guarigione».
«Un altro campo di applicazione dell’ecografia nei trattamenti non invasivi è quello delle calcificazioni della spalla – aggiunge ancora il dottor Faletti -. Si tratta della cosiddetta litoclasia, una metodica eseguita per via ecografica con l’introduzione di due aghi coassiali che permettono il lavaggio delle calcificazioni. Anche in questo caso si arriva a una guarigione pressoché completa della patologia legata alle calcificazioni».
Tutto questo senza dimenticare come l’ecografia mantenga intatta la sua validità nel guidare l’ago in caso di biopsie. Non solo dei tessuti molli ma anche nell’interfaccia tra tessuti molli e osso: «In questo caso – sottolinea il dottor Faletti – è molto importante la qualità degli apparecchi ecografici utilizzati. Sono quelli di alta fascia a consentire di supportare, tramite l’uso del metodo di contrasto in ecografia, la strumentazione e quindi l’individuazione delle aree interessate dalla biopsia stessa».
Qualità che alla Clinica Fornaca trova una declinazione di alto livello: «Merito della professionalità di infermieri, personale di segreteria e personale medico e delle attrezzature che sono all’avanguardia», assicura il dottor Carlo Faletti. Che conclude: «Controindicazioni dell’ecografia? Non ce ne sono. Anzi, in molti casi questa metodica supplisce alla terapia chirurgica e la sostituisce, riducendo i tempi di convalescenza a spostando alcuni trattamenti da una fase di ricovero a una fase ambulatoriale a tutto vantaggio della qualità di vita del paziente».