Ma cosa sono, per quali problematiche vengono utilizzate e che benefici offrono? Approfondiamo il tema con la dottoressa Serena Aimasso, fisioterapista della Fornaca.
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Fisioterapia: cosa sono le terapie manuali e le tecniche passive?
In fisioterapia le terapie manuali e le tecniche passive comprendono tutte quelle pratiche per la riabilitazione effettuate da uno specialista dedicato che non prevedono il coinvolgimento attivo della persona che si sottopone al trattamento, a cui non viene dunque richiesta alcuna attivazione muscolare.
In Clinica Fornaca i percorsi di riabilitazione si fondano su numerose tecniche passive, di cui le più utilizzate comprendono la mobilizzazione passiva, la massoterapia, il linfodrenaggio, lo stretching passivo, la manipolazione della Fascia Corporis (che agisce direttamente sul tessuto connettivo che avvolge e costituisce diverse strutture del corpo, dai muscoli, ai legamenti, ai tendini ad esempio), l’utilizzo di bendaggi e kinesio tape. Uno dei punti di forza della Clinica è proprio il fatto che tutti i fisioterapisti hanno completato il master in Osteopatia o il percorso di formazione specifico in terapia manuale o linfodrenaggio e che si lavora in team multidisciplinare. Infatti accanto alla figura del fisioterapista può essere coinvolto il fisiatra, il neurologo, l’ortopedico, l’oncologo, il medico internista, proprio per garantire al paziente un percorso personalizzato.
Per quali problematiche vengono utilizzate?
Le terapie manuali e le tecniche passive vengono utilizzate nei casi di limitazione articolare, sia per migliorare il range del movimento o laddove il movimento attivo può essere dannoso per un processo infiammatorio che avviene dopo l’intervento chirurgico. Il massaggio ad esempio favorisce il rilassamento muscolare e il miglioramento del movimento e aiuta nella riduzione della sintomatologia dolorosa. Più specifico per le problematiche di linfedema è invece il linfodrenaggio associato al bendaggio. In linea generale si tratta di tecniche adatte a tutti i pazienti, ma naturalmente le limitazioni specifiche vengono indicate caso per caso dal medico curante.
Quali benefici si ottengono?
Miglioramento della mobilità articolare, dell’elasticità muscolare e la minimizzazione degli effetti legati alla formazione di contratture, oltre al miglioramento della circolazione e della sintomatologia dolorosa: si possono sintetizzare così i benefici che si possono trarre da un percorso di riabilitazione basato su queste tecniche.
È importante ricordare che le tecniche passive vengono usate sia per il recupero della funzione, sia nei casi in cui la persona non sia in grado o non possa muovere attivamente una parte del corpo. In questi casi, il movimento viene effettuato dal fisioterapista in ottica preventiva, di riduzione cioè dei rischi legati all’immobilizzazione.