«Mani doloranti? Può essere colpa di azioni o semplici gesti che eseguiamo tutti i giorni sovraccaricando le articolazioni», spiega il dottor Giorgio Pivato del Centro di Chirurgia della Mano. Ma possiamo proteggerci con una serie di adeguati comportamenti.
«Ci sono azioni o semplici gesti che eseguiamo tutti i giorni che, per il modo in cui vengono svolti, causano un sovraccarico a livello delle articolazioni della mano provocando dolore nell’immediato e deterioramento delle superfici articolari nel medio e lungo termine. Modificando il modo di eseguire queste azioni si può ridurre lo stress per le articolazioni e diminuire l’intensità dei fenomeni infiammatori nonché l’usura delle cartilagini articolari». Il dottor Giorgio Pivato, responsabile del Centro di Chirurgia della Mano di Humanitas Torino, illustra così il concetto di protezione articolare: «È l’insieme delle precauzioni che possono essere assunte nello svolgimento dei movimenti della mano e dell’arto superiore per ridurre lo stress a carico di articolazioni, muscoli e tendini». Ciascuno di noi dovrebbe mettere in pratica le buone regole di protezione articolare: chi ha già qualche problema a livello di mano, polso o gomito può trarne beneficio nell’immediato, mentre il soggetto sano “allungherà la vita” delle sue articolazioni con indubbi benefici sul futuro.
Dottor Pivato, quali sono i buoni comportamenti che dobbiamo usare con le nostre mani?
«Innanzitutto è consigliabile seguire un programma specifico di esercizi per il mantenimento della forza e dell’ampiezza dei movimenti articolari. Rimanere attivi, evitando lo sviluppo di rigidità, aiuta a prevenire lesioni muscolari, ossee, tendinee e articolari. È anche bene prestare sempre attenzione a come si utilizzano le proprie mani cercando di identificare i movimenti che causano un dolore specifico ed evitando certi tic come farsi schioccare le nocche o chiudersi il pollice dento al palmo. È inoltre opportuno proteggere le articolazioni usando strumenti dedicati come schiaccianoci, apriscatole elettrici o forbici a molla».
Quali sono invece le azioni preventive che possiamo osservare durante il lavoro quotidiano?
«Praticare la stessa attività a lungo e senza riposo può essere causa di dolore e di affaticamento articolare: è perciò utile pianificare pause frequenti e regolari durante l’esecuzione di movimenti ripetitivi come battere su una tastiera, eseguire lavori di giardinaggio, utilizzare a lungo il cellulare o suonare uno strumento musicale per molte ore al giorno. Non è necessario fermarsi completamente: talvolta è sufficiente cambiare attività o modificare la postura per far riposare le articolazioni. Quando possibile è inoltre una buona pratica quella di utilizzare i muscoli più grandi invece di quelli più piccoli e deboli, ci si può riuscire mantenendo i gomiti vicini al corpo quando si devono alzare dei pesi».
E quando ci si fa male o si avverte dolore?
«È bene imparare a rispettare il dolore e, se questo persiste per diverse ore dopo aver terminato un’attività, è consigliabile rivolgersi a uno specialista per avere le corrette informazioni diagnostiche e terapeutiche del caso. Il chirurgo della mano e il fisioterapista della mano possono suggerire e realizzare “splint” (tutori) di protezione, appositamente confezionati sulla mano del paziente per mettere a riposo le strutture infiammate e più dolorose. Al paziente possono essere insegnati anche tutta una serie di esercizi e trucchi di utilizzo che vanno sotto il nome di “economia articolare” e hanno lo scopo di ridurre il carico per le articolazioni diminuendo l’infiammazione e quindi il dolore».
Possiamo aiutare le nostre mani anche nello svolgimento di azioni semplici e quotidiane come vestirsi?
«Certo. Se il paziente sa di avere problemi a indossare certi capi di vestiario, dovrebbe cercare di semplificare o ridurre al minimo gesti semplici come abbottonarsi, sollevare una cerniera a lampo o chiudere dei ganci. Esistono dispositivi e ausili studiati appositamente per facilitare questo tipo di operazioni».
È anche opportuno diminuire i pesi? Come si può fare?
«Quando possibile, è utile provare ad alleggerire i pesi perché portare una borsa troppo pesante può affaticare il collo, le spalle e le braccia. Occorre prediligere borse leggere e di ridotte dimensioni: scegliere borse più leggere da vuote ridurrà il peso quando sono piene. È altresì consigliabile utilizzare borse tipo “messenger” (a tracolla) o i marsupi che permettono di distribuire in maniera uniforme il peso evitando di sovraccaricare eccessivamente un solo lato del corpo. Ulteriore raccomandazione è quella di cercare sempre di trasportare i pesi mantenendo le braccia vicino al corpo evitando di allungare le braccia per afferrare oggetti o sollevare borse: maggiore è la distanza delle braccia dal corpo durante il sollevamento di un peso e maggiore è il carico subito dai muscoli dell’avambraccio».
Ci si può affaticare anche cucinando…
«Molti gesti eseguiti in cucina possono essere causa di affaticamento e di dolore, tanto da far passare la voglia di preparare cibi sani e gustosi. Per fortuna esistono tutta una serie di ausili per rendere ancora divertente e stimolante la cucina, mi riferisco come esempio a un apriscatole elettrico per aprire le lattine o a un apriscatole che permette l’uso di entrambe le mani per aprire i barattoli. Suggerisco anche di usare utensili da cucina che abbiano impugnature grandi e imbottite nonché oggetti che permettono alla mano di mantenere un atteggiamento rilassato: spugne piuttosto che strofinacci e guanti da forno invece che le normali presine da teglia. Per aprire i rubinetti, sono sicuramente più ergonomiche le leve rispetto alle manopole che costringono il pollice a doversi affrontare all’indice per regolare un rubinetto».
E per chi scrive?
«Come per gli utensili da cucina, quando si scrive è preferibile scegliere penne che abbiano un’impugnatura confortevole sufficientemente ampia e imbottita. Ci sono penne con impugnatura a forma di “Y” particolarmente indicate per chi sente dolore nell’afferrare la penna tra pollice e indice».
In questi è in altri casi il consiglio finale è sempre quello di rivolgersi al chirurgo della mano o a un terapista specializzato nel trattamento delle patologie della mano. Dopo una visita ed eventualmente a seguito dell’esecuzione di alcuni semplici esami diagnostici, saprà trovare il modo migliore per permettere al paziente di continuare a condurre una vita normale senza dover rinunciare a utilizzare le proprie mani come sempre fatto.