“Influenza della dieta sul microbiota. Sindrome dell’intestino irritabile e microbioma”: se n’è discusso al Comitato scientifico della Clinica Fornaca con la dottoressa Rosalba Galletti e il dottor Marco Astegiano: «L’alimentazione è alla base della nostra salute anche in un’ottica di prevenzione».
“Influenza della dieta sul microbiota. Sindrome dell’intestino irritabile e microbioma”: era questo il titolo dell’incontro promosso lo scorso 16 gennaio dal Comitato scientifico della Clinica Fornaca e affrontato nella “Sala Torino” del Centro congressi dell’Unione industriale di Torino. A illustrare un tema più che mai d’attualità hanno provveduto la dottoressa Rosalba Galletti, nutrizionista della Fornaca e della Città della Salute e della Scienza di Torino e specialista in Diabetologia e Malattie metaboliche e il dottor Marco Astegiano, gastroenterologo della Fornaca e responsabile dell’ambulatorio di Gastroenterologia della Città della Salute e della Scienza di Torino.
A introdurre l’incontro è stato il professor Giovanni Muto, urologo della Clinica Fornaca, che nell’occasione ha ricordato la figura del professor Salvatore Rocca Rossetti, scomparso negli ultimi giorni di dicembre all’età di 91 anni. «È stato il mio maestro – ha detto -, ero legato a lui come a un padre. L’ho seguito per 40 anni dopo averlo incontrato a Trieste, quando io ne avevo 23 e lui 49. È stato un uomo eccezionale, fuori dal comune, non solo per la sua cultura e gentilezza d’animo, ma anche per le sua capacità chirurgiche e d’insegnamento, testimoniate anche dall’ultimo libro, da lui scritto poco prima di lasciarci».
«Quello del microbiota è un argomento molto dibattuto anche sui media – ha esordito la dottoressa Galletti -. Si tratta di un ecosistema molto grande, residente soprattutto nel tubo digerente, in grado di determinare nell’uomo una serie di conseguenze fisiologiche e patologiche come sindrome metabolica, malattie tumorali e altro». Di fatto è un “super organo” dotato di un enorme composizione cellulare: «Il microbiota identifica i semplici batteri, microrganismi presenti all’interno dell’intestino – ha proseguito la dottoressa Galletti -. Il microbioma rappresenta invece l’insieme del patrimonio genetico correlato alla presenza di questi batteri». La dieta può mediare col microbiota, al punto da poter incidere per il 57 per cento sul tipo di batteri che abbiamo: «Modificare la dieta significa modificare l’enorme patrimonio genetico – ha puntualizzato la dottoressa Galletti -. Concorrono anche altri fattori ma l’alimentazione rimane alla base della nostra salute. E, proprio in tema di salute, è dimostrato che l’infiammazione è alla base di molte malattie e che ridurre l’infiammazione significa fare prevenzione». Come comportarsi a tavola? «Gli alimenti peggiori sono i grassi saturi che alimentano il processo infiammatorio e possono dare vista a danni importanti – è la risposta della dottoressa Galletti -. Di certo le proteine vegetali vanno privilegiate perché favoriscono la proliferazione di ceppi di batteri più sani». E poi è più che mai opportuno sostenere la dieta mediterranea, dal 2015 patrimonio dell’umanità: «Qual è il futuro di questa affascinante materia? Sviluppare ulteriormente la conoscenza e renderla terapeutica», ha concluso la dottoressa Rosalba Galletti.
«Noi siamo tanti batteri con un corpo umano – ha sottolineato in apertura il dottor Astegiano -. Quello del microbioma è un mondo totalmente nuovo e in continua trasformazione che potrebbe riscrivere la storia della medicina». In alcuni casi il microbioma può essere responsabile di diverse malattie: «È un albero che sta mettendo sempre più foglie – ha aggiunto -. In particolare paiono molto importanti i primi mille giorni di vita della persona, è in quel periodo di tempo che si gioca il ruolo del microbioma». Dopo aver rivelato la definizione più attuale della sindrome dell’intestino irritabile, il dottor Astegiano ha ricordato come la stessa fosse interpretata fino a pochi anni fa come un insieme di disturbi della motilità, sensibilità e personalità: «Ma la vera causa rimaneva sconosciuta e si andava ad agire su questi meccanismi, uno alla volta». Ora l’attore protagonista è diventato proprio il microbioma: «È su di lui che vanno ad agire antibiotici, patogeni, e altro – ha concluso il dottor Marco Astegiano -. Il microbioma interagisce con dieta, motilità, sensibilità, permeabilità e sistema immunitario». Un’azione che rende la sindrome dell’intestino irritabile una patologia a basso indice di aggressività e a basso indice infiammatorio. Identico meccanismo vale anche per la Malattia di Crohn che chiama in causa genetica, microbioma, permeabilità e sistema immunitario.