Immagini ad alta definizione con maggiore velocità di esecuzione e ricostruzione: sono le caratteristiche della nuova TAC Revolution a 128 strati.
Una vera rivoluzione. O meglio, una “Revolution“. Quella introdotta alla Clinica Fornaca dalla nuova TAC, che si chiama proprio Revolution e che metterà a disposizione di pazienti e medici della Clinica una serie di funzioni in grado di accreditarla come una delle migliori apparecchiature di tomografia computerizzata oggi in circolazione.
«Si tratta di un apparecchio di ultimissima generazione – conferma il professor Giovanni Gandini, direttore del Dipartimento di diagnostica per immagini e radioterapia della Città della Salute e della Scienza di Torino e consulente della Clinica Fornaca – che porta con sé alcune caratteristiche di grande rilevanza». Prima tra tutte la riduzione di radiazioni ionizzanti dirette al paziente: «La nuova Tac le riduce del’80 per cento – afferma il professor Gandini -, un grande passo avanti che segna un’enorme differenza rispetto a quanto avvenuto fino a ieri».
La nuova Tac della Clinica Fornaca è un apparecchio da 128 slice (che significa fare 128 “fettine” ogni 4 centimetri del corpo), capace di elaborare immagini ad alta definizione con un’elevata velocità di esecuzione. «Tra le varie applicazioni possibili – prosegue il professor Gandini – risulta particolarmente efficace negli studi vascolari, in quanto la possibilità di introdurre più velocemente il liquido di contrasto favorisce una migliore opacizzazione del circolo e una maggiore definizione delle diramazioni arteriose, anche di quelle più fini». Un’opzione perciò utile per i pazienti con patologie vascolari, ma anche complesse a fegato, cuore e reni. «Non dimentichiamo infatti che molti tumori sono caratterizzati da una differente vascolarizzazione rispetto al tessuto sano circostante – aggiunge il professor Gandini -. Valutare il grado di perfusione risulta perciò molto importante».
Anche la velocità di ricostruzione della nuova Tac della Clinica Fornaca è di gran lunga superiore a quella di altre apparecchiature. «Consente di formulare un giudizio pressoché immediato – assicura il professor Gandini -. Già durante l’esecuzione dell’esame avremo a disposizione centinaia di immagini nei diversi piani dello spazio: assiale, frontale e laterale». Grazie all’ottimizzazione delle immagini, la nuova Tac della Clinica Fornaca, consentirà inoltre una maggiore specificità e sensibilità nell’esame di diagnostica coronarica.
Tutte caratteristiche che lasciano intendere come il nome “Revolution” non sia affatto casuale. «Ho iniziato a utilizzare le apparecchiature di Tac 36 anni fa – conclude il professor Giovanni Gandini -: allora ci volevano 40 minuti per effettuare un esame e cinque minuti per scriverlo, oggi accade esattamente il contrario. Il tempo di esecuzione è sempre minore, mentre quello di refertazione si allunga perché la Tac di oggi “vede tutto”. E’ un esame a 360 gradi che non si lascia sfuggire quasi più nulla e che fornisce a medico e paziente un quadro completo della situazione esaminata». Un quadro completo con una dose di radiazioni pari a un quinto di quelle utilizzate fino a ieri: una peculiarità che la nuova Tac della Clinica Fornaca condivide in Piemonte con la sola apparecchiatura analoga installata nel dicembre 2015 alle Molinette, nella Città della Salute e della Scienza di Torino.