«Un navigatore d’eccezione per la pianificazione di un intervento chirurgico e per la formulazione di una corretta diagnosi», lo definisce il dottor Giorgio Pivato che sottolinea anche l’importanza del lavoro di squadra tra chirurgo e radiologo.
«Il chirurgo della mano definisce l’ecografia come “il mondo delle ombre” dal quale non è mai facile ottenere risposte certe. Poter oggi disporre in Fornaca di un ecografo tanto potente ed efficace e poterlo abbinare alla competenza del radiologo specialista nella patologia osteo-articolare rappresenta un enorme vantaggio per il paziente». Il dottor Giorgio Pivato, coordinatore del Servizio di Chirurgia della Mano presso Clinica Fornaca, Humanitas Cellini e Humanitas Gradenigo, accoglie con queste parole il nuovo ecografo “Epiq 7 Plus” della Philips, a disposizione della Clinica dallo scorso maggio per fornire a medico e paziente risultati ancora più approfonditi e sensibili: «Per noi rappresenta un grosso ausilio diagnostico e terapeutico – continua il dottor Pivato -: è un navigatore d’eccezione per la pianificazione di un intervento chirurgico e per la formulazione di una corretta diagnosi».
Per il chirurgo della mano, quello ecografico è un esame assolutamente dirimente per riconoscere le lesioni tendinee e le lesioni legamentose e per lo studio delle neoformazioni: «L’ecografia vede queste lesioni meglio di qualsiasi altro esame in quanto la sonda ha la capacità di esaminare il movimento – aggiunge il dottor Pivato -. Laddove radiografia, TC o Risonanza magnetica risultano statiche, l’ecografia consente l’acquisizione dinamica delle immagini e fornisce maggiori informazioni». Un importante punto a favore confermato anche dal dottor Carlo Faletti, radiologo della Clinica Fornaca dalla sconfinata esperienza in campo ecografico: «Attraverso alcuni movimenti della struttura esaminata – spiega -, si possono evidenziare le fini alterazioni, il movimento delle strutture tendinee, le sottili reazioni infiammatorie della guaina e l’eventuale alterazione delle pulegge che, quando parliamo di mani e dita, tengono il tendine adeso o vicino all’osso».
Il dottor Pivato sottolinea l’importanza del lavoro di squadra che chirurgo e radiologo devono mettere in campo di fronte alle patologie della mano: «Chi utilizza l’ecografo deve sapere cosa andare a cercare e dove andare a cercarlo – puntualizza -, ma deve essere indirizzato da richieste dettagliate formulate dello specialista. Non posso limitarmi a dire che il paziente ha dolore a una mano, devo invece compiere una descrizione clinica e dire: il paziente ha male in questo preciso punto della mano, ritengo che possa avere questo specifico problema e ti chiedo di valutare questo specifico aspetto evidenziando, quando possibile, eventuali alternative diagnostiche. Più preciso sarà il sospetto diagnostico dello specialista, più facilitato sarà l’ecografista nel chiudere il cerchio».
Un gioco di squadra che si rivela decisivo anche di fronte alle infiltrazioni che il dottor Pivato utilizza per infiammazioni tendinee e disturbi di tipo artrosico: «Grazie all’ecografia, praticare un’infiltrazione diventa una procedura sempre più efficace e meno invasiva, meno dolorosa e più semplice, sicura e veloce – precisa il dottor Pivato -. L’affiatamento tra i professionisti e un’apparecchiatura tecnologicamente tanto evoluta permettono di fare la differenza». Il nuovo ecografo si affianca agli strumenti di Radiografia, TC e Risonanza magnetica che già caratterizzano per la loro modernità e capacità di performance l’intera Diagnostica per immagini della Clinica Fornaca.