Si tratta di una patologia molto comune che colpisce in particolare le donne tra i 30 e i 50 anni. «Complessa da diagnosticare e molto impegnativa per il paziente che spesso necessita di trattamento di riabilitazione, terapia farmacologica e intervento di un team di specialisti», spiega il dottor Luca Tomaello, fisiatra della Clinica Fornaca.
“Dottore, mi fa male dappertutto. Faccio prima a dirle dove non mi fa male”. È una situazione piuttosto frequente che in Italia riguarda circa quattro milioni di persone, con una prevalenza di donne di età compresa tra i 30 e i 50 anni. Sono i dolori diffusi su tutto il corpo, le cause possono essere molteplici e richiedono al medico un rigoroso lavoro di indagine: «Di fronte a queste patologie – spiega il dottor Luca Tomaello, medico fisiatra della Clinica Fornaca e direttore tecnico del Centro Isokinetic di Torino -, si corre il rischio di essere un po’ superficiali e di giustificare il problema del paziente con lo stress o con uno scorretto stile di vita». Invece, già dalla prima visita, è più che mai opportuno inquadrare dal punto di vista diagnostico la ragione del dolore diffuso: «Che tipo di dolore lamenta il paziente? Può essere acuto, cronico, muscolare, di origine articolare, capace di modificarsi con il movimento, associato a un’altra sintomatologia – prosegue il dottor Tomaello -. È impossibile pensare di trattare tutti i pazienti allo stesso modo. Per completare il percorso terapeutico, occorre invece un approccio personalizzato che associ al trattamento di riabilitazione un’adeguata terapia farmacologica e, in molti casi, una sinergia con un altro specialista».
Il reumatologo, l’endocrinologo e l’algologo sono gli specialisti con i quali il fisiatra collabora più spesso nella costruzione di un percorso terapeutico che risulti efficace contro il dolore diffuso: «I pazienti traggono beneficio dal trattamento di riabilitazione, ma in molti casi, assieme all’aspetto funzionale legato alla riabilitazione, diventa necessario curare quello sintomatologico – aggiunge il dottor Tomaello -. Si tratta spesso di pazienti difficili da guarire perché le loro poli-patologie denunciano un substrato reumatologico o endocrinologico che le rende forzatamente oggetto di un’azione multidisciplinare». Sono gli stessi pazienti che, in molti casi, impiegano molto tempo e molte visite prima di trovare una soluzione ai loro problemi: «L’interpretazione del dolore è soggettiva e può contribuire a rendere ancora più complessa la lettura della sua origine profonda».
In certi casi può risultare più semplice dare una risposta ai dolori diffusi. «Avviene, ad esempio, quando il fattore predisponente risiede in un problema posturale che può ripercuotersi sullo schema del passo fino a provocare dolori a bacino e schiena – afferma il dottor Tomaello -. In quel caso, occorre individuare il difetto posturale e correggerlo educando il paziente con una terapia mirata». Ad accusare dolori assortiti è spesso anche chi torna a fare sport dopo anni di inattività e commette l’errore di ricominciare con l’intensità di una volta andando perciò incontro a una serie di poli-patologie muscolari, tendinee e osteoarticolari: «In questo caso il problema non è strutturale – assicura il dottor Tomaello – ed è quindi sufficiente rieducare l’organismo a muoversi nel modo corretto. Un’attenta valutazione posturale e una serie di indicazioni comportamentali saranno la premessa di un trattamento che si rivelerà utile a preparare la struttura a sopportare e supportare le sollecitazioni richieste».
Che cosa deve sapere il paziente che si rivolge al medico per via dei dolori diffusi? «Che gli servirà molta pazienza perché la strada per la guarigione potrà essere anche molto lunga e che farà bene ad affidarsi a una struttura in cui il medico possa lavorare in sinergia con altri specialisti – conclude il dottor Luca Tomaello -. Non esiste una pillola magica in grado di far scomparire il dolore in un attimo. Per guarire ci vogliono costanza, perseveranza e la capacità di seguire le indicazioni funzionali, posturali e farmacologiche fornite dal medico. Guai a distrarsi perché ci va un attimo a ripiombare nella voragine del dolore cronico che è sempre il più difficile da sconfiggere».