L’esempio più noto è Pokémon GO®, una vera e propria mania nell’estate 2016, quando le autorità governative di molti Paesi avevano addirittura lanciato un allarme sulla sicurezza stradale a causa di pedoni e automobilisti distratti che inseguivano con il cellulare delle creature immaginarie, nascoste in ogni dove. Un altro campo di applicazione piuttosto famoso è quello dei social, come Instagram o Facebook, dove speciali filtri consentono di aggiungere effetti divertenti e interagire con oggetti virtuali che si fondono perfettamente con il mondo reale. Seppure in maniera diversa, oggi questi strumenti innovativi vengono utilizzati in campo clinico e hanno cambiato il modo con cui i medici si prendono cura dei loro pazienti. Ne abbiamo parlato con il dottor Nicola Marengo, neurochirurgo presso la Clinica Fornaca di Sessant a Torino.
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Il primo esperimento è italiano
Risale al 2020 il primo intervento chirurgico al mondo che è stato condotto con un visore di realtà aumentata all’avanguardia: è avvenuto a Bologna, durante un’operazione di chirurgia maxillo-facciale in cui si dovevano sezionare e riposizionare mascella e mandibola di un paziente per ripristinare la funzionalità del morso. Da allora, i chirurghi di differenti specializzazioni – maxillo-facciali, ortopedici e neurochirurghi in particolare – hanno utilizzato questa tecnologia in centinaia di interventi. Fra i primi in Piemonte c’è quello realizzato lo scorso dicembre presso la Clinica Fornaca di Sessant dal dottor Nicola Marengo, in collaborazione con i colleghi neurochirurghi Marco Ajello, Francesco Zenga e Diego Garbossa. La procedura ha sfruttato la piattaforma NextAR, creata dall’azienda svizzera Medacta International, che permette di “navigare” all’interno della colonna vertebrale, fondendo le immagini del campo operatorio con quelle virtuali ricavate dalla ricostruzione di una radiografia 3D eseguita prima dell’intervento chirurgico.
Come funziona la realtà aumentata
La tecnologia NextAR si basa sull’utilizzo di visori (poco più grandi dei comuni occhiali da vista) che – grazie a telecamere e sensori – consentono al chirurgo di visualizzare in tempo reale non soltanto quello che accade davanti a sé, ma anche ciò che succede in profondità, arricchendo la sua percezione sensoriale. È come se l’operatore fosse in grado di seguire il percorso dei suoi strumenti all’interno del corpo, perché al campo operatorio visibile all’occhio umano la tecnologia NextAR sovrappone una rappresentazione virtuale dell’anatomia interna, fornendo una guida sicura per effettuare tagli, inserire protesi o impiantare viti. Così, oltre a visualizzare meglio la posizione del bersaglio chirurgico, si può anche scoprire il percorso di accesso ottimale. Inoltre, sugli occhiali appare un flusso di informazioni utili che altrimenti sarebbero reperibili solo su schermi lontani dal campo visivo dell’operatore.
Quali sono i vantaggi
Proiettando informazioni aggiuntive rispetto a quelle visibili, la realtà aumentata ha tutte le potenzialità per diventare una forza trainante nel futuro della chirurgia, perché consente una maggiore accuratezza dell’intervento e una riduzione sia dei tempi di recupero sia delle complicazioni post-operatorie grazie a una più facile applicazione di tecniche chirurgiche già consolidate. Grazie alla tecnologia NextAR, infatti, l’intervento può essere pianificato in maniera più precisa e accurata, perché nei giorni precedenti o il giorno stesso dell’intervento si eseguono scansioni tomografiche computerizzate in modo da creare modelli anatomici 3D che consentono di prevedere ogni fase della procedura chirurgica e progettarne il risultato voluto. Durante l’operazione, poi, si ricorre meno ai controlli radiologici intraoperatori con una riduzione dell’esposizione a radiazioni ionizzanti rispetto agli interventi tradizionali, ma ci si avvantaggia anche di una minore durata del tempo chirurgico e dell’anestesia generale. Infine, la realtà aumentata consente di utilizzare con maggiore sicurezza alcune tecniche mininvasive che altrimenti sarebbero più complesse da impiegare e si riduce al minimo la possibilità di errore umano.
Quando si può utilizzare
Ad oggi, i campi in cui la realtà aumentata ha trovato la sua maggiore applicazione sono la chirurgia ortopedica, la neurochirurgia e la chirurgia maxillo-facciale. A Torino, presso la Clinica Fornaca di Sessant, la tecnologia NextAR viene utilizzata per trattare tutte quelle patologie dove è richiesta una stabilizzazione della colonna vertebrale, come ernie del disco e discopatie, stenosi vertebrali, spondilolistesi e scoliosi. Se fino a dieci anni fa pareva quasi fantascienza, oggi la realtà aumentata si sta affermando come un prezioso alleato in neurochirurgia, migliorando la precisione degli interventi e offrendo ai pazienti trattamenti sempre più sicuri ed efficaci. Il futuro è già qui, al servizio della medicina e della nostra salute.