Tecnologia e tecniche chirurgiche d’avanguardia consentono all’équipe della Clinica di eseguire interventi tra i più complicati: «La maggiore precisione e la minore invasività consentono al paziente di ridurre la degenza, di recuperare in tempi più celeri e di andare incontro a un dolore molto controllato», spiega il dottor Paraskevas Lyberis, chirurgo toracico della Fornaca.
Tecniche chirurgiche toraco-polmonari all’avanguardia anche per gli interventi tecnicamente più complicati, con esiti clinici che vengono accompagnati da una serie di benefici per il paziente: «La maggiore precisione e la minore invasività consentono al paziente di ridurre la degenza, di recuperare in tempi più celeri e di andare incontro a un dolore molto controllato, in perfetta sintonia con le esigenze di dimissioni precoci e di controllo quasi totale del dolore». È il sunto che il dottor Paraskevas Lyberis, chirurgo toracico della Fornaca e della Città della Salute e della Scienza di Torino, fa del lavoro svolto in Fornaca in équipe con il professor Enrico Ruffini e il dottor Francesco Guerrera e con il supporto anestesiologico del dottor Giulio Rosboch.
Anche nel corso del 2021 l’équipe di Chirurgia toraco-polmonare della Clinica Fornaca ha eseguito molti interventi ricorrendo alle tecnologie di avanguardia in dotazione alla Clinica. È accaduto, ad esempio, con il robot da Vinci X che ha permesso di eseguire con successo un complesso intervento di lobectomia su una paziente di 73 anni con un carcinoma polmonare non operabile attraverso le tecniche chirurgiche tradizionali: «In quel caso – spiega il dottor Lyberis -, abbiamo asportato il lobo inferiore di sinistra della paziente per mezzo di una tecnica innovativa e di grande efficacia. La perfetta linfadenectomia resa possibile dal robot ha consentito inoltre la stadiazione completa del tumore e ha permesso di avviare la terapia più indicata per la sua cura». Le doti di precisione del da Vinci X hanno inoltre permesso di eseguire la linfadenectomia in modo completo: «Merito delle braccia robotiche e della loro rotazione di 360 gradi che ha permesso di utilizzare tutto lo spazio, anche quello che le mani del chirurgo non possono raggiungere», aggiunge il dottor Lyberis. La tecnica consiste in quattro accessi con Trocar (piccoli strumenti chirurgici) di 8 millimetri di diametro che vengono poi agganciati alle braccia del da Vinci X e mossi attraverso una consolle che comprende due josystick e una pedaliera: «In questo modo, non vengono praticate le incisioni di due o tre centimetri caratteristiche di questo tipo di intervento né viene utilizzato il divaricatore. La paziente, operata al mattino, è stata mobilizzata già nel pomeriggio del giorno dell’intervento ed è potuta tornare a casa tre giorni dopo».
In altri casi è invece stata utilizzata con successo la Chirurgia toracica video-assistita, meglio nota come VATS (acronimo di Video-assisted thoracic surgery), senza dubbio la maggiore innovazione degli ultimi vent’anni in campo chirurgico toracico che consente allo specialista di muoversi nel migliore dei modi con un approccio minimamente invasivo. È accaduto, ad esempio, con una biopsia polmonare per via toracoscopica condotta con il paziente sveglio e cosciente: «In quel caso ci siamo avvalsi della cosiddetta “Awake VATS” – precisa il dottor Lyberis -: la condizione di veglia ci ha permesso di conservare le risposte respiratorie, verbali e motorie della persona operata. Abbiamo praticato una sola incisione di circa tre centimetri e, dopo aver applicato un protettore di parete, ci siamo serviti di quella piccola apertura per asportare tre sezioni atipiche del parenchima del polmone. La nostra équipe è l’unica a Torino e in Italia a realizzare questo tipo di intervento senza che il paziente venga sottoposto ad alcuno strumento di intubazione e senza che residui anestesiologici gli passino per le vie aeree. L’anestesista esegue la peridurale nella zona in cui il chirurgo effettua l’incisione, dopodiché il paziente respira spontaneamente e collabora attivamente con l’équipe nell’evolversi dell’intervento».
La VATS è stata utilizzata anche per un intervento di lobectomia polmonare superiore sinistra, tecnicamente uno dei più complicati in assoluto dal punto di vista toracico. L’intervento riguardava il tumore di un lobo polmonare e ha comportato anche l’asportazione della lingula del polmone sinistro. Ricorrere a questa avanzata tecnica diagnostica mininvasiva ha permesso al paziente di evitare l’approccio molto invasivo nonché le incisioni più lunghe che sono caratteristiche della toracotomia post laterale e laterale: «Con questa tecnica non si usa il divaricatore – conferma il dottor Lyberis –: il grill costale non viene divaricato e non c’è frattura dell’arcata costale. SI fa invece ricorso a un apposito retrattore cutaneo che tiene divaricati i lembi della cute come se fosse un elastico e permette agli strumenti di entrare e di svolgere il proprio lavoro». Un altro punto forte della VATS è rappresentato dall’ottica: «Ci offre la possibilità di avere una visione più netta, limpida e grande, una bidimensionalità eccezionale – conferma il dottor Lyberis -. La Clinica Fornaca dispone di formidabili ottiche e di schermi di ultima generazione ad alta definizione. Possiamo perciò disporre di una visione magnificata a 360 gradi che aiuta le nostre manovre molto delicate, al pari delle suturatrici meccaniche che accelerano i tempi di intervento».
Per una lobectomia superiore di destra è stato invece utilizzato un modello virtuale 3D (di polmoni, vie aeree e sistema vascolare) ottenuto partendo da immagini TC con mezzo di contrasto. Il lobo polmonare di destra è stato asportato con successo a un paziente di 60 anni che, avviato al follow up oncologico dopo l’intervento, è stato dimesso dopo tre giorni e ha ripreso la sua attività quotidiana e professionale. «Merito della tecnica mininvasiva utilizzata – conclude il dottor Paraskevas Lyberis -: due vie d’accesso da due centimetri e due trocar da otto millimetri, nessun divaricatore e nessuna perdita ematica, anche per merito dei tempi d’intervento resi più celeri dalla tecnologia 3D. Si è trattato di produrre arterie, vene, bronchi del polmone e navigare in tempo reale tramite la tridimensionalità fino ad arrivare alla lesione».