Intervista al Direttore generale, Margherita Patti: «In questi mesi ho sentito la Fornaca come un unicum, teso a un obiettivo comune. È stata una prova di maturità straordinaria, all’interno della quale tutti hanno dato il meglio e suggerito soluzioni destinate alla cura dei nostri pazienti».
«Anche in un anno tanto particolare, la Fornaca è stata capace di progettare il suo futuro, reggendo l’impatto imposto dall’emergenza, ripartendo di scatto non appena possibile e trovando al proprio interno tutte le risorse necessarie per permettere ai medici di curare i pazienti attraverso i migliori percorsi di cura possibili». Margherita Patti, Direttore generale della Clinica Fornaca, riavvolge il nastro del 2020 e comincia dai ringraziamenti: «La velocità con la quale la Fornaca è stata capace di adattarsi ai nuovi scenari è stata sbalorditiva – afferma -. È stato merito di tutto il personale, della Gestione operativa, della Direzione sanitaria e di ogni singola persona che, con la sua presenza e il suo lavoro, ha contribuito al risultato finale. Non era affatto scontato che ci riuscissimo, in questi mesi ho sentito la Fornaca come un unicum, teso a un obiettivo comune. È stata una prova di maturità straordinaria, all’interno della quale tutti hanno dato il meglio e suggerito soluzioni che hanno spesso dato forma a miglioramenti destinati a tutti gli altri. In questo quadro, anche i medici ci sono stati molto vicini, appoggiando e sostenendo l’intero percorso che le circostanze ci hanno via via imposto».
L’arrivo del Covid-19 ha costretto anche la Clinica Fornaca a rivedere tutti i programmi: «Da subito – prosegue Margherita Patti -, il nostro sforzo principale è stato quello di garantire la massima sicurezza a pazienti e operatori. Dall’inizio di marzo ci siamo perciò organizzati seguendo in maniera scrupolosa le linee-guida indicate dall’Autorità sanitaria regionale: non abbiamo mai arretrato di un passo, ma ci siamo adeguati in tempo reale a tutte le esigenze che si sviluppavano assieme all’espansione della pandemia. Averle adottate, essere stati tanto rigorosi, ci ha permesso di lavorare in sicurezza: il personale e i medici sono stati costantemente informati e coinvolti, ogni problema è stato affrontato e risolto con l’intervento decisivo della Direzione sanitaria della Clinica». Tutto questo rigore ha permesso alla Fornaca di ripartire già a metà maggio nelle sue attività di ricovero e di ambulatorio: «Anche in questo caso – sottolinea il Direttore generale – l’intero personale ha fornito una disponibilità estrema: abbiamo lavorato incessantemente anche di sabato e domenica, permettendo così ai nostri medici di operare in tempi ragionevoli i pazienti ancora in attesa. Le nostre linee-guida e procedure sono state condivise con tutti gli ospedali con i quali collaboriamo, a ulteriore dimostrazione della serietà del nostro operato».
Neanche di fronte alla massima emergenza, la Fornaca si è fermata: «Nel corso del 2020 abbiamo comunque avviato e concluso progetti utili per il presente e per il futuro della Clinica – conferma il Direttore generale -. Il nuovo Gruppo elettrogeno, installato nel corso dell’estate, permette la completa autonomia di tutti i padiglioni della Clinica nonché di mantenere il corretto micro-clima necessario in sala operatoria. A dicembre è stato rinnovato il tavolo radiologico, capace di performance straordinarie che contribuiscono a rendere ancora più completa la proposta della Diagnostica per immagini. Sono stati creati inoltre nuovi spazi destinati al personale di staff, mentre il CDF (Centro Diagnostico Fornaca) vedrà partire già in febbraio i lavori che condurranno al nuovo polo oculistico della Clinica. Tutte queste azioni sono comunque state decise a giugno, un segno ulteriore di come la Fornaca riesca sempre a darsi un obiettivo e a giungere al traguardo».
E nel 2021? La Clinica Fornaca ha già in programma il totale restyling del reparto al primo piano del Padiglione B e, soprattutto, il restauro della portineria della Clinica, affacciata su corso Vittorio Emanuele II e risalente agli ultimi anni del diciannovesimo secolo. Ma la considerazione finale del Direttore generale parte ancora una volta da cosa è stato l’anno appena concluso: «È per merito di tutte le persone della Fornaca che possiamo dire di aver chiuso bene il 2020: i posti di lavoro sono stati mantenuti e sappiamo come il futuro assicurato rassereni la gente. Ancora una volta, grazie dal profondo del mio cuore a tutte le persone che si sono tirate su le maniche e hanno sposato la nostra causa».